InBlu2000 è l’emittente della Conferenza episcopale italiana del cui circuito fa parte anche Umbria radio.
Da radio InBlu arrivano i radiogiornali [...]
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I due fatti di cronaca nei carceri di Capanne a Perugia e di Sabbione a Terni hanno riacceso i riflettori sulla situazioni degli istituti penitenziari in Umbria. Mancanza di organico, poca formazione e mancanza di strutture adeguate per far fronte al costante aumento del numero dei detenuti con problemi mentali sono i principali problemi delle carceri nella nostra regione, in parte derivanti dalla soppressione del Provveditorato Umbro e del suo accorpamento a quello della Toscana. Il Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, da anni denuncia la situazioni delle carceri regionali umbre che “vivono tutte le criticità e le emergenze del sistema penitenziario nazionale, in particolar modo la carenza organica dei diversi comparti, il sovraffollamento nonché le carenze strutturali di una struttura che non può essere sottoposta ad ulteriori criticità con l’avventata assegnazione di soggetti problematici”. Ma anche che sono sempre più i detenuti trasferiti “nella discarica umbra dall’ufficio detenuti del Provveditorato”. “Sono anni – spiega Fabrizio Bonino, segretario umbro del sindacato – che denunciamo come l’Umbria sia straziata da questa politica e chiediamo davvero di essere accorpati ad una altro provveditorato meno patrigno”. Alla luce di questa situazione il sindacato chiede di accelerare sulla creazione delle Rems, Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza che non esistono in Umbria, nonostante “con la legge 30 maggio 2014, n. 81, dal 1 aprile 2015, l’esecuzione delle misure di sicurezza negli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) e nelle case di cura e custodia è stata sostituita dall’esecuzione nelle Rems, relativo a interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri”. “Da un punto di vista morale, non è giusto abbandonare a se stessi soggetti che hanno problemi di questo genere, non è degno di uno stato che si vuole definire civile” ha concluso Bonino.
Giornata della Memoria: la storia degli ebrei in Umbria. Dal 2005 orami ogni anno, il 27 gennaio, si ricorda questa giornata. Una data simbolo che ci riporta a quel lontano 27 gennaio del 1945, giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa aprirono i cancelli e liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Un giorno che serve sopratutto a ricordare le vittime dell’Olocausto e le terribili azioni compiute durante le deportazioni nazi-fasciste.
In Umbria, durante il periodo delle leggi razziali, abitavano circa 200 ebrei: un numero non eccessivamente elevato. Nessuno di loro fu deportato ad Auschwitz o in altri campi di concentramento. Ma questo non significa che l’Umbria non abbia toccato con mano l’Olocausto, le persecuzioni razziali e il nazi-fascismo. A dimostralo è il numero di Giusti tra le Nazioni, ovvero coloro che per lo Yad Vashem hanno salvato la vita anche di un solo ebreo mettendo a repentaglio la propria. Dei 392 italiani, attualmente riconosciuti, ben 15 sono umbri. Ciò significa che il sistema di deportazioni nella nostra regione non ha funzionato anche perché gli umbri non hanno voluto che fuzionasse.
Nel nostro XL News ricostruiamo la storia e l’importanza degli ebrei in Umbria, grazie alla studiosa Maria Luciana Buseghin, Presidente dell’Associazione Italia – Israele di Perugia. Antropologa culturale e scrittrice, si è occupata molto di arti tessili, soprattutto umbre ma più in generale della cultura materiale e simbolica. Da anni studia le tradizioni sibilline e l’ebraismo.
Venerdì 27 gennaio, si celebra la Giornata della memoria in ricordo delle vittime dell’olocausto. Istituita con la risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, venne stabilita il 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Tanti gli appuntamenti in Italia e in Umbria per non dimenticare una delle pagine più nere della storia.
Trevi ha un nuovo polo culturale nel complesso dell’ex convento di San Francesco. L’antico complesso francescano, un tempo centro della vita spirituale del territorio, è ora visibile al pubblico dopo lunghi restauri ed è stato trasformato in un centro culturale in risposta all’esigenza di un borgo. Tra i Borghi più belli d’Italia, Trevi, ha puntato molto sulla conservazione e valorizzazione del proprio patrimonio culturale. La nuova struttura raccoglie insieme le tre anime del museo e i diversi fondi e acquisizioni. Biblioteca, archivio, raccolte archeologiche, artistiche e antropologiche. Accanto alle raccolte museali si è, infatti, unito un patrimonio di varie conoscenze, dall’archivio storico alla biblioteca. Una nuova vita alla sigla Mab, acronimo di Museo Archivio e Biblioteca.
Nella nuova struttura vi hanno così trovato sede la biblioteca intitolata a Carlo Zenobi, la biblioteca dei ragazzi intitolata a Lucia Genga, la biblioteca Alberto Donati, la biblioteca Arusia, l’Archivio storico comunale, la biblioteca archivio Augusto Bartolini, le sedi delle associazioni culturali, la sala Digipass, una sala conferenze, il Museo della civiltà dell’ulivo e la Raccolta museale di san Francesco, con nuovi allestimenti e acquisizioni di opere di Giovanni Chiaramonti, pittore post macchiaiolo. Un grande contenitore nel quale è possibile trovare l’intera storia artistica di Trevi dal XIII al XX secolo.
Nel nuovo spazio Xl News raccontiamo tutta la storia del nuovo polo con Bernardino Sperandio, sindaco di Trevi.
Lunedì Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa nostra, è stato arrestato dai carabinieri del Ros e in una clinica privata di Palermo dopo 30 anni di latitanza. Una notizia che torna a far parlare di mafia, un fenomeno ancora presente e che non risparmia neanche l’Umbria. Qualche giorno fa, la Commissione d’inchiesta antimafia dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, ha ascoltato in audizione il professor Enrico Carloni, ordinario di diritto amministrativo dell’Università di Perugia, dipartimento Scienze politiche, sulla proposta di legge che prevede misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore del contrasto e prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. Il professor Enrico Carloni, che dirige il Centro Studi Legalità (Lepa) è l’ospite della puntata di Xl News di Umbria Radio.
A seguito delle polemiche sorte nel cambio della guardia alla guida della struttura commissariale per la ricostruzione del sima del 2016, decisa dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arriva la risposta del neo commissario Guido Castelli. Alla notizia della sua nomina, seguita a quella dell’ex commissario Giovanni Legnini, da più parti si erano arrivate reazioni contrarie alla scelta del nuovo Governo. Tra queste anche quella del presidente della Conferenza Episcopale Umbra e vescovo di Spoleto Norcia, mons. Renato Boccardo che, dalle pagine de La Voce, aveva chiarito di non avere nulla contro Castelli ma, parlando della cambio al vertice aveva detto: “Non vedo ragioni valide per questa interruzione che rischia di ritardare un processo che finalmente era decollato”. A chiarire le motivazioni della scelta del Governo, arrivano le dichiarazioni di Castelli che ha parlato anche della telefonata avuta con mons. Boccardo.
Il 7 gennaio è stato inaugurato il nuovo centro sociale di Castelluccio di Norcia. Una struttura polifunzionale realizzata con le donazioni fatte pervenire in questi anni e grazie all’impegno della Comunanza agraria, dell’ Associazione Per la vita di Castelluccio di Norcia Onlus e del Comune di Norcia.
A distanza di oltre sei anni dal sisma, infatti, il paese quasi completamente distrutto non aveva più un luogo dove ritrovarsi, dove potersi riunire. La struttura è stata dunque messa a disposizione della comunità per varie iniziative: dagli incontri, alle riunioni familiari, per le funzioni religiose, per le mostre.
Sulla funzione di questa nuova struttura e anche per parlare un po’ della situazione del paese e della sua ricostruzione, abbiamo intervistato il presidente dell’associazione Per la vita di Castelluccio Onlus l’ing. Giovanni Perla.
Il ministro Zangrillo a Perugia: la rivoluzione della Pubblica Amministrazione. Costruire un’Italia al servizio di cittadini e imprese, più semplice e più competitiva, attraverso l’ascolto e il confronto diretto con i rappresentanti delle realtà territoriali. Si chiama ‘Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori’, il viaggio del Dipartimento della funzione pubblica lungo il Paese annunciato dal Ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, iniziato il 9 gennaio proprio a Perugia: un’iniziativa per la condivisione e la realizzazione dei tanti progetti di riforma che devono essere attuati.
L’iniziativa si è svolta nella sala dei Notari; presenti la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, della presidente della Provincia di Perugia, Stefania Proietti, e del sindaco Andrea Romizi. Un’iniziativa per condividere e riflettere sui tanti progetti di riforma che devono essere attuati. Dopo la prima tappa nel capoluogo umbro, il viaggio toccherà le città di L’Aquila, Napoli e Trieste, proseguendo nel 2023 nelle regioni di tutta Italia. Un vero tour d’Italia non per spiegare le la PA ma per “raccogliere – come ha chiarato il Ministro stesso – le esigenze del territorio”.
Ripercorriamo la giornata di ieri attraverso le voci più significative nel nostro XL News.
A partire da giovedì 12 gennaio alle 17 torna lo storico magazine Umbria Sport Magazine, condotto da Andrea Franceschini. La formula, che ha avuto molto successo tra sportivi e addetti ai lavori, prevede la partecipazione di protagonisti ma soprattutto il racconto di quelle piccole e grandi storie che fanno delle sport un mondo che abbraccia e coinvolge la vita di tutti i giorni in tutte le sue sfumature. La formula di Umbria Sport Magazine prevede una panoramica su tutti gli sport da quelli considerati minori a quelli più seguiti. Ovviamente, una particolare attenzione, avranno le gesta in ambito calcistico di Perugia, Ternana e Gubbio.
È morto sabato 31 dicembre Papa Benedetto XVI. A dare la notizia è stato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Dalla mattina di lunedì 2 gennaio, il corpo del pontefice nella Basilica di San Pietro è stato esposto in Vaticano per il saluto dei fedeli: tre giorni di camera ardente, con oltre 159 mila persone a rendergli omaggio. I funerali sono stati celebrati giovedì 5 gennaio, alle 9.30, in Piazza San Pietro, presieduti da Papa Francesco. Tante le reazioni alla notizia: a rendere omaggio a Papa Benedetto XVI, il presidente della Conferenza Episcopale Umbra e vescovo di Spoleto -Norcia, monsignor Renato Boccardo, il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino e l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve monsignor Ivan Maffeis, vice presidente della Ceu.
Le festività natalizie hanno riportato in Umbria un numero di presenze turistiche che hanno riportato la nostra regione alla fase pre Covid: anzi in molte zone i numeri sono stati anche migliori. Il presidente di Federalberghi Umbria, Simome Fittuccia, non ha dubbi: “La promozione fatta dalla Regione così come il Capodanno Rai hanno dato una spinta decisa nel ridare slancio all’intero comparto”. E questo ha avuto una ricaduta anche in termini di occupazione: “Senza dubbio molte strutture alberghiere ma non solo hanno deciso di assumere personale per fare fronte alle richieste che sono arrivate dall’Italia e da diverse parti d’Europa: un segnale molto positivo che fa capire come l’Umbria deve continuare a scommettere sul comparto turistico”. Poi Fittuccia analizza anche la situazione guardando ai prossimi mesi: “Con questo slancio positivo possiamo invertire la tendenza del turismo mordi e fuggi che è stato sempre uno dei punti deboli dell’Umbria: anche in questo caso con una programmazione ad hoc si possono avere risultati positivi”.
Capodanno RAI a Perugia: è tempo di bilanci. A poche ore dall’inizio del 2023 e dalla fine del grande evento RAI, in diretta da Piazza IV Novembre, è arrivato il tempo dei bilanci per l’amministrazione comunale di Perugia. I dati di share sembrano non lasciare dubbi sulla buona riuscita dell’evento: quasi 9 milioni di spettatori si sono sintonizzati su Rai1 per lo scoccare della mezzanotte. Lo share, al momento del brindisi, ha raggiunto il 53.9%. Ma alti sono anche i dati complessivi di ascolto della serata: il capodanno Rai a Perugia con il 36.9% di share e oltre 5 milioni di telespettatori è ufficialmente il miglior risultato dal 2013.
Risultati che probabilmente vanno ben oltre le aspettative. All’inizio della vicenda infatti non poche erano state le critiche da parte dei cittadini perugini sull’evento RAI. Quanto è costato però l’evento a Perugia e quali sono stati e saranno i principali guadagni per la città? Questo e molto altro abbiamo chiesto all’assessore alla cultura del Comune di Perugia Leonardo Varasano per questo XL News.
Per il suo primo Natale da vescovo di Perugia-Città della Pieve, monsignor Ivan Maffeis manda i suoi auguri alla comunità diocesana attraverso il settimanale La Voce e Umbria Radio InBlu. Un augurio incentrato sulla figura di san Giuseppe, “una figura che non parla, che opera nel silenzio”. Prendendo spunto da “quel verbo impegnativo che accompagna la vita di san Giuseppe ‘prendere con sé’ auguro a tutti e a me stesso di sapere avvertire come questo prendere con sé consegna non solo la responsabilità per le persone che la vita ci ha affidato, ma ci consegna anche la bellezza della nostra vita, perché alla fine noi siamo le persone incontrate, siamo quel pezzo di vita che siamo riusciti a costruire insieme e a condividere. Nella misura in cui questo cresce sarà un buon Natale e un buon anno per tutti”.
2022: l’Anno europeo dei giovani. Che siano passate inosservate o meno, queste erano le indicazioni dell’Unione Europea sull’anno in conclusione. L’iniziativa ha voluto puntare i riflettori sull’importanza della gioventù europea nella costruzione di un futuro migliore: più verde, più inclusivo e più digitale. Un anno pensato dall’UE per ricominciare, nel periodo post-pandemico, a guardare al futuro grazie ad idee e progetti innovativi, rivolgendo lo sguardo fiducioso verso le nuove generazioni. È arrivato quindi, ora che il 2023 è alle porte, il tempo dei bilanci: quest’anno è stato davvero dedicato, con azioni concrete, ai giovani d’Europa?
Il 16 dicembre a Perugia si è provato a rispondere alla domanda con il convegno “Giovani e lavoro, tra cultura, creatività e impegno sociale”. Non stupisce la concordanza perugina con gli intenti europei. Il capoluogo umbro, in particolare nel mondo universitario, sta da tempo lavorando in sinergia con le istituzioni europee.
Ne abbiamo parlato nello spazio XL News, assieme al Professor Fabio Raspadori dell’Università di Perugia ed all’imprenditore umbro Giacomo della Rocca di Dromo Studio.
Foligno, alla scoperta della città con le Guide di Repubblica. La città umbra “al centro del mondo” è la protagonista dell’ultima pubblicazione delle Guide di Repubblica. Un volume che attraversa le bellezze culturali , la storia, ma anche le imperdibili specialità dell’enogastronomia della città. Decine di protagonisti raccontano la “loro Foligno”, a partire dal regista Pupi Avati e dal direttore di Radio Deejay Linus. Ampia la sezione dedicata agli eventi in città, in primis la Giostra della Quintana. E poi, ovviamente, l’enogastronomia e tanto altro: la scoperta della città continua con i consigli su quasi 50 ristoranti dove andare a mangiare, 25 dimore dove riposare e prolungare la sosta e oltre 40 botteghe del gusto dove fare scorta di golosi souvenir. Non manca infatti un approfondimento sulle produzioni tipiche, a partire dalla patata rossa di Colfiorito, occasione di scoperta a 360 gradi dell’Altopiano dove nasce.
A questo carico di suggestioni, bellezze e bontà è dedicata la Guida di Repubblica “Foligno: storie, persone, cultura”. Volume realizzato in collaborazione con il Comune di Foligno e la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. “Foligno: storie, persone, cultura” è disponibile in edicola e online sul sito Ilmioabbonamento.it dal 15 dicembre 2022.
Ne abbiamo paralto nell’apputamento quotidiano di XL News assieme al direttore delle Guide di Repubblica, Giuseppe Cerasa, e al sindaco di Foligno Stefano Zuccarini.
Oggi è la giornata dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil dell’Umbria, per dire ‘no’ alla manovra economica del governo Meloni. In concomitanza con l’astensione dal lavoro di 4 ore (in alcuni settori estesa a tutta la giornata) a Perugia, in Piazza Italia si è tenuta una manifestazione alla presenza dei segretari regionali dei due sindacati Vincenzo Sgalla e Maurizio Molinari e Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. “Le priorità sono il lavoro con l’aumento dei salari e il superamento della precarietà – ha detto Landini -, così da dare alle persone una occupazione che consenta loro di vivere dignitosamente; combattere l’evasione fiscale e fare una riforma del fisco degna di questo nome; e investire sui servizi social. Invece di tagliare su sanità e scuole – ha aggiunto – bisogna investire per rafforzare la sanità pubblica e il diritto all’istruzione e alla formazione”. Assente Cisl dell’Umbria che ha deciso di non aderire allo sciopero e alla manifestazione con il segretario Angelo Manzotti che ha spiegato le motivazioni di tale scelta.
Avis Umbria: 50 anni di solidarietà. Una storia che inizia nel 1972 e che dura fino ad oggi. Nella giornata di domenica 11 dicembre si è tenuta una giornata di celebrazione per l’anniversario al Parco Acquarossa di Gualdo Cattaneo. Tanti i temi affrontati durante l’evento, dalla storia regionale dell’associazione all’importanza della cultura del dono. Nel corso del tempo infatti Avis Umbria ha sempre di più cercato di ritagliarsi un ruolo non solo nella “raccolta” delle donazioni ma anche nella promozione della buona prassi delle donazioni stesse.
Come è stato ricordato durante la giornata, in particolare dal Professor Moschini dell’Università di Perugia, le donazioni sono anonime e destinate a chi non conosciamo; potenzialmente anche a nostri “nemici”. Ma su questo principio si basa il lavoro di Avis Umbria da oltre 50 anni: donare, per salvare la vita, senza sapere a chi.
Ne parliamo in questo XL News assieme al presidente di Avis Umbria, Enrico Marconi, e con Michele Toniaccini, sindaco di Deruta e presidente di Anci Umbria.
Per oltre il 63% delle persone diversamente abili anche un esame di routine diventa un percorso a ostacoli. A dirlo, lanciando l’allarme, è l’Istituto Serafico di Assisi, “centro di eccellenza per la riabilitazione, la ricerca e l’innovazione medico scientifica per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali gravi e gravissime”. Lo studio nazionale è stato condotto in occasione della Giornata Mondiale della Disabilità, sabato 3 dicembre. L’indagine, presentata nel corso dell’incontro “Innovazione e ricerca in riabilitazione” all’Istituto Serafico il 2 e 3 dicembre, ha preso in esame le situazioni delle famiglie di persone con disabilità, ma anche quelle dei disabili stessi e di numerose associazioni del settore. La ricerca sottolinea che gli intervistati hanno riferito di aver riscontrato l’assenza nelle strutture sanitarie di percorsi specifici per persone con disabilità nel 49,8% dei casi, e di averle trovate raramente nel 36,7% dei casi. Le barriere architettoniche sono indicate come presenti dal 37,6% degli intervistati. Le lunghe attese al pronto soccorso o le difficoltà nell’affrontare esami invasivi, sono dinamiche che chiunque ha sperimentato. Eppure c’è chi vede queste situazioni trasformarsi in veri e propri percorsi a ostacoli, a volte quasi impossibili da superare, o comunque affrontabili al prezzo di lunghe peregrinazioni o di veri e propri viaggi della salute anche per questioni che normalmente potrebbero essere considerate di routine. È ciò che accade a chi si trova a dover fare i conti con disabilità gravi o gravissime. In quest’ambito, dunque, nonostante l’impegno e il lavoro di molti soggetti coinvolti, resta ancora tanta strada da fare e i vulnus sono fin troppo evidenti. È questo, l’allarme lanciato dalla presidente del Serafico Francesca Di Maolo che parla dell’Umbria come una realtà che negli ultimi anni ha sviluppato una grande sensibilità al tema e che “potrebbe diventare un esempio virtuoso per il resto del paese”.