
L’abbraccio di pace tra tre colleghe russo-ucraine. La storia di Alona e Inna
In studio Annalisa Marzano 09/03/2021
L’abbraccio di pace tra tre colleghe russo-ucraine. La storia di Alona e Inna
In studio Annalisa Marzano
Podcast HomeXL NEWS del 09/03/2021 ore 12:40

Alona, Inna e Irina si abbracciano per la pace tra i loro popoli
Нет войне! Ні війні! No war! No alla guerra. È il messaggio di pace che è stato lanciato martedì 8 marzo, giornata internazionale della donna, da tre lavoratrici della Deltafina di Ospedalicchio di Bastia Umbra. Irina, russa di Ivanovo (città a trecento chilometri da Mosca), Inna di Khmelnytskyi (Ucraina), e Alona di Donetsk (Donbass), che ogni giorno lavorano fianco a fianco si sono abbracciate per dire che la pace tra i due popoli è possibile. All’evento hanno partecipato anche il presidente di Deltafina, Domenico Cardinali, la sindaca di Bastia Paola Lungarotti e il presidente della Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati, l’onorevole Filippo Gallinella.
“Le guerre, tutte le guerre sono un orrore, non ci si può voltare dall’altra parte – ha detto Irina -. Siamo particolarmente vicini al dramma della popolazione ucraina che soffre, oppressa dalle bombe e dalla paura. Ci auguriamo che prevalga il dialogo, la mediazione e si raggiunga presto la pace”. “La guerra è la cosa peggiore che abbia mai visto! – dice Alona, scappata dal Donbass nel 2016 – che ha ci ha raccontato la sua storia e il suo arrivo in Italia, con un pensiero alla sua famiglia che è rimasta in Ucraina, con il rischio per i suoi due fratelli, di ritrovarsi nemici in una guerra che ancora nessuno comprende.
“Una guerra che non è partita per volontà del popolo, ma per la brama di potere – ha detto Inna martedì ai suoi colleghi. Lei è in Italia da quasi 23 anni, scappata prima dello scoppio della guerra ma quando nel paese già c’era la miseria. Anche se la sua città non è ancora teatro di battaglia, la situazione per chi è rimasto li non è semplice. Come poter aiutare dall’Italia? “Non è facile in questo. Ma sarà importante aiutare a ricostruire il nostro paese quando questa guerra sarà finita. Ci sarà bisogno di ricostruire un’intera nazione.
L’intervista integrale sull’ultimo numero del settimanale La Voce
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