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‘VajontS per una Orazione Civile Corale’, in scena anche in Umbria

Written by on 09/10/2023

‘VajontS per una Orazione Civile Corale’, in scena anche in Umbria

A Perugia, Gubbio ed Avigliano Umbro, la maratona in contemporanea in oltre 130 tra teatri e biblioteche nel giorno in cui ricorre il sessantesimo anniversario della tragedia

09/10/2023

VajontS

Il logo del progetto 'VajontS'

Anche l’Umbria partecipa a VajontS per una Orazione Civile Corale il progetto promosso il 9 ottobre, nel giorno in cui ricorre il sessantesimo anniversario della tragedia promosso da Marco Paolini e da La Fabbrica del Mondo. In particolare, l’evento  che vede coinvolte istituzioni culturali e civili del paese (scuole, università, biblioteche) per un grande ricordo collettivo in forma di racconto corale che coinvolge in contemporanea, a partire dalle 21, oltre centotrenta teatri in Italia e in Europa, si svolgerà a Perugia, Gubbio e Terni.

A Perugia, al Teatro Morlacchi il Teatro Stabile dell’Umbria e Fontemaggiore Centro di Produzione Teatrale, in collaborazione con il Collettivo INC e il Laboratorio teatrale dell’Università degli Studi di Perugia, in una serata tra narrazione e danza.

A Gubbio, presso la Libera Università di Alcatraz, racconto a cura di Fondazione Dario Fo e Franca Rame.

In provincia di Terni, ad Avigliano Umbro presso la Biblioteca comunale, racconto a cura del Laboratorio del paesaggio e della Biblioteca comunale.

VajontS 63 

Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale dei teatri e spettatori arruolati come lettori si riuniranno nei posti più diversi dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, ai luoghi non specificamente deputati al teatro come scuole e centrali dell’acqua, e ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS sulla base delle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna è franata nella diga. L’obiettivo, è un’azione di teatro civile che affronti la sfida della crisi climatica. L’acqua e la tragedia del Vajont, diventano un punto di partenza per avviare pratiche di prevenzione civile.

Lo spiega Marco Paolini, che nei mesi scorsi ha chiamato a raccolta il teatro italiano.

“I terremoti non sono ancora prevedibili, le alluvioni lo sono di più, così come la siccità. Il territorio italiano è antropicamente denso come un formicaio operoso e insaziabile. Mangiamo terra, consumiamo suolo e buona parte di quel suolo è a rischio idrogeologico. A ogni catastrofe sentiamo ripetere parole che non servono a impedirne altre. Noi non siamo scienziati, né ingegneri, né giudici. Ma sappiamo che il racconto attiva l’algoritmo più potente della nostra specie: i sentimenti, le emozioni. Leve che lasciano segni durevoli, leve che avvicinano chi è lontano. Sono la colla di un corpo sociale e ora ci servono per affrontare quel che ci aspetta. Non è difficile immaginare che ci saranno altre emergenze.

E allora accanto alla Protezione Civile, ci serve una Prevenzione Civile. Un evento corale può dare sentimento al coraggio di affrontare la sfida delle conseguenze del riscaldamento climatico. Può dare sentimento alla ragione e alla saggezza di scegliere gli interventi da fare in base a un principio di tutela della vita, della salute, del bene comune, di riduzione del rischio”.

La storia del Vajont, riscritta e riascoltata venticinque anni dopo il racconto televisivo, non è più un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma parla di oggi, di noi e del nostro futuro: insegna cos’è la sottovalutazione di un rischio affrontato confidando sul calcolo dell’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili.

 


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