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Sanità, due scioperi nazionali in meno di 15 giorni

Written by on 11/12/2023

Sanità, due scioperi nazionali in meno di 15 giorni

Dopo la protesta del 5 dicembre, lunedì prossimo i sanitari torneranno ad incrociare le braccia

11/12/2023

Medici in corsia

(foto d'archivio)

Il mondo della sanità si mobilita e il mese di dicembre si prospetta particolarmente caldo. Dopo lo sciopero nazionale di 24 ore proclamato martedì 5 dicembre da Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, lunedì 18 dicembre i professionisti sanitari torneranno ad incrociare le braccia il prossimo lunedì 18 dicembre. Aaroi-Emac, Fassid (Federazione Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fvm e Cisl Medici danno appuntamento a tutti i lavoratori per tornare a mettere al centro dell’attenzione pubblica la situazione del sistema sanitario nazionale .

Bagarre sui numeri

Il 5 dicembre, secondo gli organizzatori (le cui sigle insieme raccolgono circa 60 mila professionisti), le adesioni sono state elevate con “punte dell’85%”, ma in Umbria, secondo fonti ospedaliere, le assenze non sono state tali da provocare disservizi nelle due aziende ospedaliere di Perugia e Terni. Le statistiche ufficiali del Governo pubblicate dal Ministero della Funzione Pubblica, rispetto allo sciopero di martedì scorso, forniscono però altri numeri. Secondo l’aggiornamento al 7 dicembre basato sui dati trasmessi da circa il 37% delle strutture l’adesione allo sciopero sarebbe stata del 2,7%. Il dato oltre ad essere provvisorio è certamente da prendere con le molle anche perché la percentuale di adesione è calcolata sul totale del personale in servizio in quel giorno (400 mila persone) e non su chi effettivamente è iscritto ai sindacati che hanno scioperato e senza considerare come tutte le urgenze sono state garantite. In attesa di numeri più chiari rimane che lo sciopero dei medici mediaticamente ha avuto una grande eco perché è stata la prima protesta dopo gli anni della pandemia. Ad essere scettico sui numeri è anche il dottor Tullo Ostilio Moschini segretario regionale della Cisl Medici Umbria, che ospite della trasmissione XL News, programma di Umbria Radio, spiega come anche per la manifestazione del 18 dicembre i numeri non sono certi. “Lo sciopero è un’arma potente – spiega il medico – e i sanitari si trovano sempre davanti ad un problema deontologico: partecipare alla protesta o andare a lavorare e assolvere al proprio compito nei confronti dei cittadini? Al di là di questo però – spiega ancora il sindacalista – è importante rimettere al centro del dibattito civile le motivazioni dello sciopero che puntano soprattutto ad un servizio che risponda alle esigenze proprio dei cittadini”.

Secondo sciopero ma stesse motivazioni

Per il 18 dicembre è già stato indetto un nuovo sciopero e a gennaio se ne preparano altri. Per lunedì prossimo medici, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari aderenti alle sigle incroceranno le braccia bloccando tutte le prestazioni che sono funzionali, quindi indispensabili, per tutte le altre prestazioni ospedaliere e territoriali, comprese quelle della filiera alimentare. Così le sigle in un comunicato in cui spiegano di dare in questo modo seguito “allo stato di mobilitazione e alla sequenza delle numerose iniziative di protesta finora adottate, più che mai necessarie, per opporci a una manovra che va a danno del Servizio sanitario pubblico, non risponde alle esigenze del personale sanitario, strizza l’occhio al privato e, cosa più grave di tutte, non riduce una lista d’attesa e non tutela la salute dei cittadini.  Diamo così seguito allo stato di mobilitazione – si legge in una nota – e alla sequenza delle numerose iniziative di protesta finora adottate, più che mai necessarie, per opporci ad una Manovra che va a danno del Servizio Sanitario Pubblico, non risponde alle esigenze del personale sanitario, strizza l’occhio al privato e, cosa più grave di tutte, non riduce una lista d’attesa e non tutela la salute dei cittadini”. “Difendere il Servizio Sanitario Nazionale ha per noi un valore morale oltre che politico, per evitare che un patrimonio fondamentale della nostra società e del nostro welfare possa essere abbandonato a una politica incapace e piegata a interessi di mercato. I nostri appelli sono inascoltati da tempo. Non ci resta che fermarci. Sciopero di 24 ore il 18 dicembre. Per le feste c’è tempo”, concludono.

 


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