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Giornata mondiale della famiglia. Riflettiamo sul tema

Written by on 15/05/2023

Giornata mondiale della famiglia. Riflettiamo sul tema

15/05/2023

Famiglia disegna cuori con le mani

Ogni anno, la Giornata internazionale della famiglia (15 maggio) ci ricorda di riflettere su questo importante nucleo sociale che sta indubbiamente cambiando. Come ormai sappiamo bene, la natalità nel nostro Paese è in forte calo, così come il numero di componenti delle famiglie e il numero dei matrimoni.

Alcuni dati statistici sulla famiglia in Italia

Secondo l’annuario statistico Istat del 2020, i nati vivi, che nel 2018 erano 439.747, arrivano a 420.170, mentre i matrimoni celebrati nel 2018 sono 195.778, 4.491 in più rispetto al 2017, ma ancora al di sotto degli oltre 203 mila del 2016. La tendenza alla semplificazione delle strutture familiari che ha interessato l’Italia negli ultimi decenni è confermata dall’Istat: all’aumento del numero di famiglie, cresciuto di oltre 4 milioni nel volgere di vent’anni, corrisponde una progressiva riduzione della dimensione delle stesse per effetto soprattutto dell’aumento delle famiglie unipersonali. Le famiglie di persone sole oggi rappresentano un terzo del totale.

Nel biennio 2018-2020 il numero di famiglie in Italia, stabile rispetto al biennio precedente, è 25 milioni e 700 mila. Tra queste circa 8,5 milioni sono famiglie unipersonali e 17,2 milioni sono famiglie da almeno due persone. Le famiglie senza figli sono 5,5 milioni (il 32% del totale), mentre quelle con figli sono 11,6 milioni. Dal punto di vista territoriale, l’incidenza massima di famiglie formate da una coppia con figli si registra al Sud (38,6%) e nelle Isole (35,9%), mentre il Nord-ovest ha un 36% di persone che vivono sole.

Quali i motivi della crisi o trasformazione della famiglia

La riflessione politica su questo tema si orienta sempre sui problemi di natura economica che portano le persone a scegliere di non costruire famiglie, ma sul piano sociale evidentemente le cause sono diverse. Una di queste potrebbe essere la difficoltà crescente nel conciliare i ritmi di un mondo del lavoro che richiede sempre più tempo con la cura dei familiari.

“Preferisco parlare di ‘armonizzazione’ più che di conciliazione” sottolinea ai nostri microfoni Rosita Garzi, sociologa e da pochi mesi nuova consigliera di Parità della Regione Umbria. “Lo preferisco perchè è importante mettere in evidenza come tutti noi non abbiamo due vite diverse in conflitto da dover conciliare, ma abbiamo due contesti nei quali viviamo la nostra vita che è unica, da dover armonizzare. Purtroppo la situazione attuale ci porta ancora a dover nascondere figli o anziani dal curriculum perchè spesso sono fonte di penalizzazione. Ecco, su questo dobbiamo ancora lavorare e diffondere il concetto secondo cui il prenderci cura dell’altro non è una zavorra, ma un qualcosa che ci fa acquisire capacità in più, le cosiddette soft skills che sul lavoro sono preziose. Penso alla negoziazione dei conflitti sul lavoro così come in casa, penso alla capacità di leadership nella cura dei nostri figli o dei nostri anziani e penso alla capacità di leadership sul lavoro. Penso anche alla capacità di problem solving che in famiglia abbiamo modo di esercitare molto bene”.

La disparità uomo-donna

Chi ha maggiore difficoltà nel portare avanti lavoro e famiglia sono sicuramente le donne, ancora penalizzate rispetto agli uomini. “La disparità inizia già dal livello giuridico – spiega Garzi -. Per esempio, quando le donne diventano mamme stanno a casa sei mesi, mentre gli uomini possono stare a casa dieci giorni più un mese di congedo straordinario e questo crea già disparità, perchè non consente ai padri di potersi prendere cura dei figli per lo stesso tempo delle madri e di conseguenza relega le donne ad un ruolo di cura specifico proprio perchè loro ci sono e i padri no. Si parte dalla norma per diffondere un valore ed è quindi necessario che la norma venga modificata sulla base di un valore condiviso”.

Il valore condiviso dalla società di oggi sta portando ad una direzione di compartecipazione tra uomo e donna sul piano dei compiti domestici e della cura di figli e anziani, ecco perchè “c’è bisogno di cambiare anche le leggi”.

Le relazioni stanno cambiando

Altro fronte di difficoltà sembra essere quello relazionale. Nell’epoca post Covid, le relazioni e il saper stare con l’altro hanno bisogno di essere nuovamente riscoperte, in particolare le relazioni stabili da cui partire per ‘metter su famiglia’ . “Le relazioni cambiano in rapporto a quello che è l’ambiente in cui si esplicitano – commenta Garzi -. Oggi viviamo in una società tutta orientata alla tutela dei diritti individuali. Per aiutare la famiglia bisogna recuperare quella dimensione del mettere in comune e del vivere insieme”.


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