Consiglio comunale di Terni, seduta calda: Bucari e Di Girolamo si autospendono dal Pd
Written by redazione on 03/05/2017
Consiglio comunale di Terni, seduta calda: Bucari e Di Girolamo si autospendono dal Pd
03/05/2017
TERNI – E’ iniziata alle 15 la riunione del consiglio comunale di Terni durante il quale si sta discutendo degli arresti del sindaco Leopoldo Di Girolamo e dell’assessore Stefano Bucari. Il consiglio è iniziato con la richiesta del capogruppo del Pd Andrea Cavicchioli che ha chiesto subito la sospensione della seduta, prima ancora di cominciare, appoggiato dal gruppo di Forza Italia. L’aula di palazzo Spada è piena, oltre ad alcuni dipendenti delle cooperative sociali, anche gli esponenti di Casa Pound e alcuni militanti del movimento 5 stelle. Al secondo tentativo passa la richiesta di sospensione della seduta che ricomincia alle ore 16.07. Non si va avanti per molto che il presidente del consiglio Giuseppe Mascio è costretto a far intervenire la polizia municipale per sgomberare l’aula dopo che, alcuni presenti alla seduta, hanno iniziato ad inveire contro Cavicchioli che cerca di fare il suo intervento. Seconda sospensione per il consiglio comunale. Alle 16.34 riprendono i lavori in aula. Si discute, ora, dei tre atti d’indirizzo di richiesta di dimissioni di sindaco e giunta presentati a vario titolo da FI, Melasecche e M5S.
La diretta del Consiglio Comunale
Autosospensione Intanto, secondo fonti interne a Partito Democratico, si apprende che il sindaco Di Girolamo e l’assessore Bucari si sono autosospesi dal partito.
Andrea Cavicchioli, Capogruppo Pd L’intervento di Cavicchioli, più volte interrotto da urla e risatine da parte dell’opposizione – richiamata all’ordine dal presidente Mascio – è stato in difesa del lavoro fatto da ‘questa consiliatura’ specie per quanto riguarda il deficit di bilancio. Cavicchioli ha richiamato al garantismo chiedendo di “non emettere sentenze già ora. Bisogna dare a queste persone l’opportunità di difendere la loro moralità. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare, ma in sede di giudizio. Non su richiesta di una parte (che comunque merita rispetto). Un principio che vale per tutti, di qualsiasi partito. Non faremo un accanimento terapeutico. Se dobbiamo tirare a campare, stacchiamo la spina”. Su queste parole, il capogruppo ha ricevuto gli applausi, ironici, dell’opposizione. Cavicchioli ha anche parlato della possibilità dell’arrivo di un commissario che, per prima cosa, “modificherebbe il piano di risanamento”. Sottintendendo che la manovra potrebbe essere molto più dura di quella dell’attuale.
(Servizio in aggiornamento)