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Vendita Ast, i sindacati al Mise: “Ruolo forte del governo”

Written by on 29/05/2020

Vendita Ast, i sindacati al Mise: “Ruolo forte del governo”

29/05/2020

TERNI – Si è svolto giovedì, on line, il vertice convocato dal Ministero dello sviluppo economico (Mise) per parlare della vendita delle Acciaierie Speciali Terni (Ast) annunciate dalla multinazionale tedesca Thyssenkrupp, di cui nei giorni scorsi aveva riferito alla Camera dei deputati il ministro Stefano Patuanelli. Oltre alla presidente della Regione, Donatella Tesei, a parlare delle ripercussioni della cessione è anche Claudio Cipolla.  segretario generale della Camera del Lavoro di Terni.

Passaggio storico Secondo Cipolla, l’annuncio di disimpegno da parte della multinazionale tedesca arriva in un momento estremamente difficile per il tessuto sociale di Terni, città già fortemente provata dalla crisi economica nell’ultimo decennio. Da qui l’annuncio del segretario generale che chiede “grande senso di responsabilità e un ruolo forte del governo”. Per Cipolla, l’emergenza sanitaria sta riconsegnando un tessuto produttivo, economico e sociale profondamente cambiato. “La comunità ternana, già fortemente penalizzata dalle ultime crisi – commenta il segretario -, rischia di subire un ulteriore indebolimento sul versante economico e soprattutto occupazionale”. Una situazione che, secondo Cipolla, determina “una crisi sociale di dimensioni rilevanti, che necessita di una contrattazione per determinare interventi diretti sul disagio di giovani ed anziani”. L’annuncio della vendita di Ast, però, non rappresenta un fulmine a ciel sereno per il sindacato, ma “preoccupa proprio a causa del contesto nel quale arriva. Siamo, a nostro avviso, di fronte ad un passaggio storico per il futuro delle produzioni ternane, che inevitabilmente condizionano, per quello che rappresentano, un tessuto economico e sociale più ampio”. Secondo Cipolla è necessario evitare “fughe in avanti” da parte del colosso tedesco, ma auspica il coinvolgimento del governo ai massimi livelli. “Come ribadito nell’incontro ministeriale, per quanto ci riguarda non abbiamo pregiudizi a discutere delle possibili soluzioni che saranno prospettate, ma intendiamo farlo nelle modalità corrette, in un rapporto di trasparenza con le persone che rappresentiamo e dando giudizi esclusivamente di merito, basati sul piano industriale che sarà presentato e che dovrà avere punti fermi sull’unitarietà del sito, sui livelli occupazionali diretti ed indiretti, sulle quantità dei volumi prodotti e sulle prospettive commerciali e di sviluppo”.

Vendita o nuovo partner L’ipotesi di vendita o quella dell’ingresso di un partner; il problema di tutelare oltre tremila lavoratori interni più quelli legati all’indotto; una fabbrica che è il simbolo di Terni che vale il 61% del Pil della città e il 13% di quello regionale. Sono questi i punti toccati durante il vertice di giovedì al Mise dove i sindacati hanno chiesto un impegno importante da parte del governo. “Non solo un mero aiuto economico – ha sottolineato il segretario della Fiom-Cgil di Terni Alessandro Rampiconi che, prima come lavoratore e oggi come dirigente sindacale, sta seguendo in prima persona le sorti dell’azienda -, ma lo Stato deve impegnarsi in prima persona: se non c’è l’aiuto statale – ha sottolineato il sindacalista ospite della Rassegna stampa di Umbria Radio (ascolta il podcast) -, non abbiamo certezza per il futuro per lo stabilimento di Terni”.

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