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Università di Perugia seconda tra i grandi Atenei, parla il Rettore

Written by on 14/07/2022

Università di Perugia seconda tra i grandi Atenei, parla il Rettore

Il Rettore, Maurizio Oliviero, commenta le classifiche Censis 2022-23: "Siamo davvero molto soddisfatti per questo risultato".

14/07/2022

Palazzo Manzoni, in Piazza Morlacchi a Perugia, luogo della facoltà di Lettere e Lingue dell'Università di Perugia

L’Università degli studi di Perugia è seconda tra i grandi Atenei. La classifica Censis 2022-2023 delle Università italiane vede l’Ateneo di Perugia al secondo posto tra i grandi atenei italiani, con uno scarto di 0,2 punti rispetto alla prima. È l’Università di Pavia quest’anno a detenere la posizione di vertice tra i grandi atenei statali, con un punteggio totale di 91,0, superiore a quello dell’Università di Perugia, che dopo un lungo periodo di  primato retrocede in seconda posizione con 90,8 punti.

Le classifiche Censis delle Università italiane sono giunte alla ventiduesima edizione. Uno strumento che è stato creato per fornire orientamenti alle scelte di tutti gli studenti pronti a intraprendere la carriera universitaria. Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario italiano (atenei statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) basata sulla valutazione di vari fattori. Dalle strutture disponibili ai servizi erogati, dal livello di internazionalizzazione alla capacità di comunicazione 2.0 e ed alla occupabilità.

Perugia al secondo posto: punti per la comunicazione e l’internazionalizzazione 

Tra i grandi atenei statali, con un numero di iscritti compreso tra 20.000 e 40.000, quello di Perugia si guadagna il secondo posto. Sotto solamente all’Università di Pavia. Scalano la classifica di una posizione l’Università della Calabria e l’Università di Venezia Ca’ Foscari, passando rispettivamente in terza e quarta posizione con un punteggio di 90,3 e 88,7. Salgono di due posti l’Università di Milano Bicocca (+13 punti nell’indicatore dei servizi per gli studenti) e l’Università di Cagliari (+10 punti nell’indicatore relativo a comunicazione e servizi digitali), rispettivamente in quinta e sesta posizione con i punteggi di 88,5 e 87,8.

L’Università di Perugia ha ottenuto valutazioni positive in particolare negli ambiti della comunicazione e dei servizi digitali attivati ed anche per le attività relative all’internazionalizzazione. Più bassi i punteggi dei fattori delle borse e dei servizi ma che ottengono comunque dei valori finali mediamente superiori rispetto alle altre università italiane.

Il Rettore Oliviero: “Siamo molto soddisfatti”

Grande la soddisfazione del Rettore dell’Università di Perugia, Maurizio Oliviero. Ai microfoni di UmbriaRadio si è detto molto soddisfatto non solo per le classifiche del Censis ma anche per i dati pubblicati, in questi giorni, da AlamaLaurea. Questi ultimi  hanno permesso di comprendere due fattori sostanziali: il gradimento degli studenti e l’occupabilità dopo la laurea.

“Siamo davvero molto soddisfatti per questo risultato – ha detto il Rettore – perché le classifiche del Censis danno una fotografia su una fase di tendenza. Sono dei punti di riferimento per capire come le università italiane si muovono nei loro fattori sostanziali. Ma ancora più interessanti sono i dati pubblicati da AlmaLaurea, soggetto terzo dipendente. Da questi emerge che, nel 2021, dei 4.428 laureati nel nostro Ateneo il 90,5% considera l’esperienza molto soddisfacente e si iscriverebbe nuovamente proprio qui”. Un dato che conferma di fatto il gradimento degli studenti in differenti ambiti: il rapporto con i docenti o l’adeguatezza del carico di studio.

Salari dei laureati italiani troppi bassi rispetto agli europei

“Un altro aspetto importante – ha detto ancora il Rettore –  è la condizione del tasso occupazionale e della retribuzione dei giovani laureati. Dopo un anno, nel nostro Ateneo, per il 74,9 % i neo laureati trovano occupazione a tempo indeterminato. Dopo 5 anni il 92,2 % trova impiego a tempo indeterminato soprattuto nell’ambito inerente al suo percorso di studi”. Nonostante i buoni dati dell’Università di Perugia, il Rettore invita poi a riflettere sul tema della retribuzione giovanile in Italia. Troppo ampio continua ad essere il divario tra i salari dei giovani laureati europei e quelli italiani.

“Dopo un anno, i giovani occupati del nostro Ateneo – dice il Rettore – percepiscono in media una retribuzione mensile netta di 1.412 euro. Dopo 5 anni percepiscono in media una retribuzione mensile netta di 1.656, in linea quindi con la retribuzione media nazionale di 1.635 euro. Il dato deve però farci riflettere proprio a livello nazionale – ha concluso così Oliviero -, perché i nostri giovani hanno una condizione salariale significativamente inferiore rispetto alla media europea. Quando ci interroghiamo del perché i nostri laureati italiani tendono a cercare lavoro all’estero dobbiamo assolutamente ricordare questa questione salariale”.

Martino Tosti.


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