PERUGIA Era la più attesa e non ha deluso. Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio, ha voluto lanciare il suo messaggio di ottimismo e positività ai giovani, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Perugia. “Io sono una persona che ha realizzato un sogno quasi impossibile, ma anche se non fosse successo avrei una vita ugualmente appagante: più che l’obiettivo conta il percorso da fare, perché è questo che giorno dopo giorno ci porta a dare il meglio di noi stessi”. Tanti i giovani, arrivati anche dai licei, vogliosi di carpire i segreti di AstroSamantha. Lei non si sottrae, sorride e distribuisce equamente carezze e qualche pizzicotto, come quando parla della divulgazione: “Qualsiasi contenuto scientifico a livello concettuale si puo’ comprendere, ma ci vuole quel minimo di alfabetizzazione scientifica che permetta alle persone di sentirsi in grado di comprendere. Credo che serva uno sforzo in questo da parte delle scuole, per alzare un pochino il livello di alfabetizzazione scientifica”.

Anteprima e firma La cerimonia di inaugurazione è stata preceduta da un breve incontro dei due ospiti con i giornalisti: oltre alla Cristoforetti infatti, era presente anche il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston. Per l’occasione, è stato anche firmato un protocollo di intesa tra l’ateneo perugino e l’Agenzia: un accordo che prevede lo sviluppo di iniziative congiunte in due grandi campi come l’osservazione dell’Universo e l’ingegneria spaziale. Nel suo intervento poi, il professor Battiston si è soffermato particolarmente sulla tradizione aerospaziale che esiste in Umbria, sia in campo accademico che in campo industriale.

L’introduzione del rettore Nella sua relazione introduttiva, il rettore Franco Moriconi non ha risparmiato qualche bacchettata alla classe politica: “Non possiamo non rivolgere lo sguardo con desolazione alla mancanza, ormai da tanti anni, di una vera e seria politica per l’Università, che consenta una programmazione di ampio respiro” ha denunciato il rettore. “Non si tratta di lamentele di rito – ha puntualizzato il rettore – ma di una protesta ferma nei confronti di una classe di governo che ormai di recente pare considerare l’Università come un peso mal sopportato. Continueremo a impegnarci – ha concluso – per la crescita della nostra Università rivendicando l’indipendenza e l’autonomia di pensiero, di ricerca e azione, che costituiscono il solo terreno su cui può dispiegarsi il senso e la funzione di ogni ateneo, anche se forse è proprio questo il motivo per cui le Università italiane, oggi, sono così poco benvolute dai governanti”. Curiosità finale: nel dichiarare aperto l’anno accademico il rettore è parso visibilmente commosso, con la voce più volte rotta dall’emozione.