I lavoratori del trasporto pubblico locale dell’Umbria, si preparano alla sesta azione di sciopero, indetta da Filt Cgil e Faisa Cisal, i sindacati che sin dall’inizio hanno contrastato con nettezza il progetto di divisione in quattro lotti del Tpl portato avanti dall’assessore ai Trasporti Enrico Melasecche: braccia incrociate mercoledì 7 giugno (e non giovedì 1, come originariamente previsto, per decisione del garante degli scioperi).

“Ormai in Giunta e in Consiglio regionale -spiegano in una nota diffusa questa mattina le due organizzazioni- sembra che il problema sia passato in sordina, ma per noi non lo è. Non possiamo attendere gli effetti nefasti di scelte calate dall’alto, restando con le mani in mano”.

Le ragioni dello sciopero

Forti dell’adesione sempre massiccia da parte dei lavoratori alle precedenti giornate di sciopero, Filt Cgil e Faisa Cisal tornano, dunque, a chiedere alle istituzioni di uscire dal silenzio che è calato intorno all’operazione e che preoccupa fortemente i lavoratori.

“Un silenzio, su una partita da circa sessanta milioni di euro che la politica vuole gestire in completa autonomia -si chiedono i due sindacati- senza il coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti”.

La preoccupazione di Filt e Faisa, come noto, è che lo spacchettamento del servizio possa generare la perdita di molti posti di lavoro, nuova precarietà e disservizi per l’utenza, specie delle zone più isolate.

“I lavoratori del trasporto pubblico locale non si fidano più di questa politica -concludono le due organizzazioni sindacali- e il 7 giugno lo dimostreranno con l’ennesimo sciopero, unico strumento nelle loro mani per richiamare la politica alle proprie responsabilità e pretendere di essere ascoltati”.