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Querele temerarie, il caso di Spoleto “fa scuola”

Written by on 09/03/2023

Querele temerarie, il caso di Spoleto “fa scuola”

Querela giornalista per diffamazione a mezzo stampa, ma viene condannato per calunnia

09/03/2023

Querele temerarie

Stampa messa a tacere (Foto: Brian J. Matis)

Un “importante precedente a tutela dell’articolo 21 della Costituzione che sancisce il diritto dei cittadini ad essere informati”. Così la Federazione nazionale della stampa italiana definisce la sentenza del 24 febbraio del Tribunale di Spoleto relativamente al caso Ceraso-Galli. La vicenda processuale era partita con una querela da parte di Leodino Galli, membro del consiglio di amministrazione della Banca popolare di Spoleto, nei confronti del giornalista spoletino Carlo Ceraso per un articolo del 12 marzo 2017. Archiviato le accuse di diffamazione a mezzo stampa a carico dell’autore dell’articolo, la Procura spoletina ha dato il via, per sua iniziativa diretta, al procedimento per calunnia nei confronti di Galli che aveva querelato ingiustamente il giornalista pur sapendo che quanto aveva scritto corrispondeva al vero. Una prassi che Fnsi, Associazione stampa umbra e Ordine dei Giornalisti dell’Umbria – costituitisi parte civile nel processo – auspicano “sia seguita da altre Procure”. “La Fnsi, assieme all’Asu ed all’Ordine regionale hanno deciso di costituirsi parte civile accanto al collega Ceraso – ha dichiarato Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi – perché siamo convinti che le querele temerarie siano un attacco non solo diretto ai giornalisti ma al diritto dei cittadini di essere pienamente informati. Siamo pienamente soddisfatti di una sentenza che ci dà ragione su questo e che crea un’importante precedente: chi tenta di imbavagliare la gente attraverso le querele temerarie è giusto che paghi”. Il processo si è concluso il 24 febbraio con la sentenza di condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa, per Galli, condannato anche al pagamento di una provvisionale di 10 mila euro a favore di Ceraso, costituitosi parte civile con l’avvocata Iolanda Caponecchi. Il giudice ha anche disposto la liquidazione di 5 mila euro come risarcimento danni a favore delle altre partiti civili, l’Associazione stampa umbra, la Federazione nazionale della stampa italiana e l’Ordine dei giornalisti dell’Umbria rappresentato dall’avvocato Simone Budelli, oltre al pagamento delle spese processuali. I protagonisti della vicenda, ospiti della trasmissione Xl News di Umbria Radio.


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