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Perugia per la Pace: ‘Palestina-Israele: due popoli, due Stati’

Written by on 16/10/2023

Perugia per la Pace: ‘Palestina-Israele: due popoli, due Stati’

Domenica la manifestazione nel capoluogo umbro promossa dalla Fondazione Perugia-Assisi

16/10/2023

La manifestazione per la pace a Perugia

La manifestazione per la pace a Perugia

Riprendiamo per mano la pace: “Palestina e Israele: due popoli, due Stati, stessa dignità, stessi diritti, stessa sicurezza”. È questo lo slogan della manifestazione che si è tenuta domenica a Perugia, in piazza Italia, a cui hanno partecipato centinaia di persone con le adesioni di una sessantina di sigle tra associazioni, sindacati e partiti del capoluogo umbro e di tutta la regione. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Perugia-Assisi, è arrivata in risposta all’escalation di violenza tra Israele e Palestina. I manifestanti hanno chiesto lo stop immediato del conflitto condannando ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia Israeliana che Palestinese. Appello anche all’Onu affinché, come garante del diritto internazionale, chieda alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, il rispetto del diritto umanitario. Al termine della manifestazione, è stato osservato un minuto di silenzio per tutte le vittime della guerra.

L’appello alla Pace

Anche dall’Umbria, quindi, è partito un appello per fermare la guerra in Medio oriente, lanciato da Perugia, la città di Aldo Capitini e della Marcia della pace che proprio nel 1987 per prima a livello internazionale andò a Gerusalemme con la PerugiAssisi. I manifestanti hanno chiesto lo stop immediato del conflitto tra Israele e Palestina per rilanciare la soluzione dei “due Stati per due popoli”. L’Umbria si è quindi mobilitata al grido “Fermiamo le stragi! Riprendiamo per mano la pace” con un presidio pacifista in piazza Italia dove l’unica bandiera a sventolare è stata quella della pace. I manifestanti hanno chiesto lo stop immediato del conflitto tra Israele e Palestina, come hanno spiegato gli organizzatori, tra i quali anche la Tavola della pace e la Cgil. Condanna quindi per “l’ignobile e brutale atto di aggressione di Hamas contro la popolazione civile Israeliana”. “Neppure la disperazione e l’esasperazione del popolo Palestinese, vittima da decenni dell’occupazione, della restrizione delle libertà, può trovare una risposta nell’azione terroristica e militare” è stato sottolineato nell’appello per la pace, letto per l’occasione insieme ad alcune testimonianze. C’è pertanto la condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia Israeliana che Palestinese. Per questo anche Israele “non deve reagire con la sua potenza militare contro la popolazione della Striscia di Gaza o usare metodi di rappresaglia come togliere cibo, luce, acqua ad una popolazione anch’essa ostaggio della violenza scatenata da Hamas, senza vie di fuga ed impossibilitata a proteggere le famiglie, i bambini e gli anziani”. A preoccupare i manifestanti è per di più il rischio imponderabile del conflitto che potrebbe travolgere il Medio oriente. Ecco allora anche l’appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite “affinché assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, il rispetto del diritto umanitario per evitare ulteriore spargimento di sangue, con l’impegno di convocare, con urgenza, una Conferenza di pace che risolva, finalmente, la questione palestinese”. Per sostenere il cammino della pace è arrivato infine anche l’invito rivolto alle autonomie sociali palestinesi e israeliane a schierarsi chiaramente “per la fine della violenza, per il rispetto reciproco e per il reciproco diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio stato”. Dall’Umbria è così partito anche l’appello alle associazioni e movimenti palestinesi ed israeliani a manifestare insieme, in Terra Santa, “sfidando chi invece vuole distruggere con la violenza, con l’aggressione, con l’occupazione e l’assedio, il diritto dell’altro, la possibilità della convivenza e di un futuro di pace e di benessere per tutto il Medio oriente”. 

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