
L’Umbria resta al palo per la consegna di nuovi brevetti
Written by enricotribbioli on 29/11/2022
L’Umbria resta al palo per la consegna di nuovi brevetti
Il dato emerge dalla ricerca dall’ultima analisi effettuata da Unioncamere–Dintec
29/11/2022

L'andamento delle domande di brevetto dal 2008 al 2021 in Umbria, Marche, Toscana e Abruzzo
L’Umbria non partecipa al balzo post-pandemia della ricerca italiana, le cui invenzioni pubblicate in Europa crescono del 2% nel 2021 grazie soprattutto alla farmaceutica, biotecnologia e chimica.
Emerge dall’ultima analisi effettuata da Unioncamere – Dintec.
Le domande di brevetto europeo pubblicate in Umbria nel 2021 restano, infatti, a quota ventisei, come nel 2020 e 2019, mentre in Italia tra il 2021 e il 2020 sono cresciute da quattro mila 465 a 4mila 555 (+2%), mentre un aumento ancora più consistente del dato italiano si ha nel confronto 2021-2019 (+7,4%). Di conseguenza, il già flebile peso dei brevetti umbri sul totale nazionale (0,58% nel 2020 e 0,61% nel 2019) si indebolisce ancora, scendendo a 0,57%.
Dati che evidenziano le difficoltà del sistema produttivo umbro
“I dati sulle domande umbre di brevetto europeo non sono certo esaltanti -commenta il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni- confermando e anzi aggravando la situazione precedente. Si tratta di un tema di grande rilevanza perché evidenzia, cosa non nuova, le difficoltà del sistema produttivo a salire nei livelli di competitività e di crescita potenziale, trainata dalle nuove tecnologie.
Ciò impone di moltiplicare gli sforzi per incentivare il sistema economico regionale a mettersi su una prospettiva solida di modernizzazione e innovazione, in cui le invenzioni giocano un ruolo cruciale.
Un tema, che è già al centro dell’azione delle Istituzioni, ma la cui azione operativa va indubbiamente rafforzata. La Camera di Commercio dell’Umbria -conclude Mencaroni- farà, come sempre, la propria parte, conscia che in una regione che vanta una presenza universitaria significativa, la sfida può essere certamente difficile ma non improba”.
Umbria al quattordicesimo posto a livello nazionale
L’Umbria nel 2021 registra il risultato peggiore tra le regioni del Centro e il quattordicesimo a livello nazionale.
Non è una novità, purtroppo. Basti pensare che, complessivamente, nel periodo 2008-2021 il peso dei brevetti pubblicati in Umbria (357) sul totale pubblicati nello stesso periodo a livello nazionale (cinquantasei mila 479) è stato dello 0,63%, con il massimo toccato nel 2016 (0,79%) e il minimo nel 2010 (0,48%). Insomma, un terzo circa del peso che l’economia umbra, in termini di Pil, ha sull’economia nazionale.
Ciò che balza agli occhi, restando agli ultimi anni, è che l’indicatore dei brevetti (una delle principali ‘spie’ della spinta innovativa del sistema imprenditoriale) ristagna su livelli molto bassi e questo crea timori sul potenziale di sviluppo, visto che la competizione si gioca ormai su livelli di qualità e innovazioni crescenti.
I brevetti presentati in Umbria
In dettaglio, delle ventisei domande umbre di brevetto pubblicate nel 2021 ventuno sono state presentate da imprese, una da enti di ricerca e quattro da soggetti privati. A livello di province, ventitre domande riguardano la provincia di Perugia e tre quella di Terni. L’analisi per campo tecnologico mostra che nel 2021 in Umbria il campo delle necessità umane e quello delle tecniche industriali e trasporti, con sedici brevetti pubblicati, assorbono oltre il 60% della capacità inventiva umbra del Made in Italy. Due brevetti riguardano invece la chimica e metallurgia, due l’elettricità e uno la fisica.
Nella regione, quasi un brevetto ogni nove si riferisce alle KET (Key Enabling Technologies), le tecnologie che la Commissione Europea considera abilitanti a tutti gli effetti, grazie alla loro diffusione pervasiva in tutti i settori di attività. Un dato anche qui molto basso, visto che nella media nazionale si riferisce un brevetto su cinque. Restando in quest’ambito, vale dare nota che, a livello nazionale, tra le sei categorie delle KET (il biotech, la fotonica, i materiali avanzati, la nano e la microelettronica, le nanotecnologie e la manifattura avanzata, quest’ultima che si riferisce all’automazione, alla robotica e all’Internet of Things), con 676 domande pubblicate, rappresenta oltre il 74% di questi brevetti.
L’anno scorso è cresciuto il peso delle biotecnologie industriali e quello della nano e della microelettronica. Quanto alle tecnologie green, l’Umbria nel 2021 conta un solo brevetto.