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Imprese: l’Umbria seconda per percentuale crescita dirigenti, anche donne

Written by on 26/02/2022

Imprese: l’Umbria seconda per percentuale crescita dirigenti, anche donne

26/02/2022

Nel 2020, anno dell’ emergenza pandemica e della generale crisi economica e sociale, i manager delle aziende crescono solo grazie all’ aumento della presenza femminile nei ruoli dirigenziali. E’ quanto emerge dal Rapporto di Manageritalia sui dirigenti privati pubblicato come ogni anno in occasione della Festa della Donna. Se nel 2019 i dirigenti uomini erano 94.332 e le donne 21.116, nel 2020 il totale dei dirigenti cresce (+0,59%) grazie proprio ed esclusivamente alla crescita delle donne (+4,9% a 22.147); mentre gli uomini calano (-0, 37%). Dati che – evidenzia il rapporto – confermano la rincorsa in atto già da alcuni anni da parte delle donne manager, che la pandemia non ha fermato e che oggi sono il 19% del totale. Nel 2021, in attesa dei dati di tutti i dirigenti privati forniti a giugno dall’ Inps, i dati sui dirigenti del terziario, rappresentati contrattualmente da ManagerItalia, mostrano un’ ulteriore crescita (6,2%), che per le donne è addirittura a doppia cifra (+11%, rispetto al +6% degli uomini): oggi le donne dirigenti nel terziario sono quasi il 21%.

Allargando la visione agli anni che vanno dal 2008 al 2020, si osserva che in questi ultimi 12 anni a fronte di un calo dei dirigenti del 2,4%, le donne sono cresciute del 56,3%, mentre gli uomini sono diminuiti del 10,3%. Un fenomeno – evidenzia il rapporto – spiegabile con la maggior presenza delle donne nella fascia più giovane dei dirigenti (33% tra gli under 35) e tra i quadri. In questi casi, dunque, la “quota rosa” incide nei processi di ricambio generazionale.

L’Umbria al secondo posto

Dall’ analisi dei dati regionali la crescita dei dirigenti nell’ ultimo anno è più elevata in Basilicata (+5,2%), seguita da Umbria (+3,5%), Sardegna (+2,8%) e Lombardia (+1,5%). Le donne dirigenti sono cresciute in tutte le regioni, eccetto Valle d’ Aosta, Friuli Venezia-Giulia e Molise. A livello settoriale crescono soprattutto i settori della sanità (+8,6%), dei servizi di informazione e comunicazione (4,7%), attività professionali, scientifiche e tecniche (4%) e attività immobiliari (3,7%).

Parlando delle sole donne al primo posto troviamo la Calabria (+24%), seguita da Abruzzo (20%) e Sardegna (18,3%). A livello territoriale, le province più “rosa” sono Milano, dove lavorano 8.705 donne dirigenti, seguita da Roma (4.405) e Torino (1.132). Ai primi dieci posti per numero di dirigenti donne solo province del nord: Bologna, Brescia, Verona, Varese, Bergamo, Firenze, Genova.

Guardando invece al peso percentuale delle donne dirigenti prevalgono alcune province del sud, spesso caratterizzate da un bassissimo numero di dirigenti in assoluto e quindi più facilmente condizionati da vari fattori. Al primo posto spicca Enna con le donne dirigenti (56,7%) che superano addirittura gli uomini. Tra le grandi province Roma, dove le donne pesano il 25,3%, prevale su Milano (21,8%) e Torino (17,7%).

“Il fatto che a trainare la crescita dei dirigenti siano state le donne – spiega afferma Mario Mantovani, presidente Manageritalia – è la conferma dei fenomeni in atto: nella dirigenza privata da anni si vedono uscire coorti quasi esclusivamente maschili ed entrare nuovi manager che sempre più spesso sono donne, scelte per formazione, competenze e capacità. E tutto questo trova una spinta formidabile nel parallelo fenomeno che avviene tra le donne che ricoprono in azienda un ruolo di quadro, che avanzando poi di carriera diventano dirigenti”. “La rincorsa delle donne manager verso pari opportunità nel ricoprire posizioni di vertice deve allargarsi anche all’ ambito retributivo – continua Luisa Quarta – sul quale speriamo possa incidere, anche in termini di cambio culturale, la recente legge sul gender pay gap alla quale Manageritalia e il suo Gruppo Donne hanno dato un forte contributo”.


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