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Esplosione di Gubbio, il vescovo: “Ancora una volta il lavoro uccide”

Written by on 08/05/2021

Esplosione di Gubbio, il vescovo: “Ancora una volta il lavoro uccide”

Due le vittime, un giovane di 19 anni e una donna di 52. Il sindaco: "Morte di un giovane e una donna emblema difficoltà del Paese"

08/05/2021

Vigili del fuoco al lavoro

Vigili del fuoco al lavoro

GUBBIO – “Ancora una volta il lavoro uccide. Quel lavoro che dovrebbe raccogliere e promuovere le nostre capacità e risorse perché contribuiscano al bene di tutti, ferma la vita e stronca i sogni”. Queste le parole del vescovo di Gubbio mons. Luciano Paolucci Bedini riferite alla tragedia di ieri con l’esplosione della palazzina che ospitava un laboratorio per il trattamento della cannabis terapeutica.
“Il bilancio di questa tragedia è gravissimo – continua il Vescovo in un comunicato Facebook – e abbiamo bisogno di ascoltare in silenzio il grido che viene dalle storie di questi fratelli. Nessuna parola ora può riempire il vuoto che si è squarciato nel cuore delle loro famiglie”.
“Abbiamo il conforto sicuro della preghiera, certi che Dio non perde nessuno dei suoi figli, e li accoglie nell’abbraccio del suo amore eterno. Possiamo essere partecipi di tale immensa sofferenza, come cittadini e come popolo di questo territorio, rispettando la memoria di coloro che non ce l’hanno fatta e stringendoci con affetto a chi lotta per la vita”.

“Il lavoro non può trasformarsi in morte”, le parole della Ceu

“Se questo è il momento del dolore né oggi, né domani può essere il tempo della rassegnazione. Non si può morire di lavoro. Non si può più”. A sottolinearlo è Francesca Di Maolo, coordinatrice della Commissione regionale per i problemi sociali e il lavoro della Ceu, a nome dell’organismo pastorale delle Chiese dell’Umbria.

Il lavoro non può trasformarsi in morte -prosegue-perché il lavoro è vita, perché il lavoro è espressione della nostra identità, è partecipazione all’organizzazione economica e sociale del Paese, è espressione e fondamento della nostra democrazia. Per questo la sicurezza di chi lavora è una priorità sociale fondamentale ed è uno dei fattori più rilevanti della nostra civiltà. Di fronte alla crescita della disoccupazione, che colpisce soprattutto i giovani e le donne, c’è il serio rischio che l’attenzione sulla sicurezza del lavoro si attenui. Tutte le Istituzioni e la comunità nel suo complesso devono impegnarsi sulla via della sicurezza sul lavoro con determinazione e responsabilità”.

Lutto cittadino

“La morte di un giovanissimo e di una signora è l’ emblema della condizione difficile del lavoro nel Paese: precarietà, rischi, insicurezza, difficile conquista del lavoro, della dignità, delle tutele”: lo ha detto invece stamani il sindaco di Gubbio, Filippo Stirati.

“L’azienda era un progetto di giovani”

Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino per oggi e domani e successivamente in occasione dei funerali. Bandiere a mezz’ asta e tutte le attività pubbliche sospese, in ricordo delle vittime, che hanno perso la vita lavorando. “E’ una pagina dolorosissima – ha detto Stirati – e ci stringiamo intorno alle famiglie e a tutti i giovani. Tutto questo – ha aggiunto – deve farci impegnare non solo per il lavoro, ma anche sul lavoro”. Il sindaco ha ricordato la donna vittima dell’ esplosione, che conosceva perché aveva lavorato per tanti anni in un noto hotel della zona. Ha quindi spiegato che l’ azienda coinvolta era portata avanti da una quindicina di giovani che “si erano battuti per un progetto”. “Samuel, Elisabetta e gli altri ragazzi coinvolti nella tragedia cercavano una prospettiva, una speranza – ha osservato il sindaco – non è davvero umanamente accettabile pensare che siano morti lavorando”.

Le vittime

Il bilancio è di due morti e tre feriti, uno dei quali in gravi condizioni. Le vittime sono Samuel Cuffaro di soli 19 anni e Elisabetta d’Innocenti di 52 anni.

Tra i feriti, come riportato dalla Usl Umbria 1, un uomo classe 1989 di Gubbio, che ha riportato vaste ustioni su tutto il corpo ed è stato operato in urgenza ieri sera. La prognosi è di 30 giorni. L’altro paziente, classe 1993 di Gubbio, è ricoverato in OBI (osservazione breve intensiva) con un trauma alla colonna vertebrale e qualche ustione e prognosi di 30 giorni. I due i vigili del fuoco intossicati o feriti durante il soccorso – uno che aveva inalato dei vapori ed un altro che era arrivato al pronto soccorso con un corpo estraneo in un occhio – sono stati dimessi dall’ospedale dopo poche ore. Uno dei feriti, infine, già da ieri sera si trova ricoverato al centro grandi ustioni di Cesena in condizioni gravi. Le salme dei due deceduti sul posto attualmente sono all’obitorio dell’ospedale di Branca.


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