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Emergenza Ucraina: l’accoglienza della Caritas di Spoleto-Norcia

Written by on 21/04/2022

Emergenza Ucraina: l’accoglienza della Caritas di Spoleto-Norcia

Nello spoletino sono circa 160 i profughi in fuga dalla guerra, di cui 90 bambini

21/04/2022

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L’emergenza Ucraina continua a catalizzare molte delle attività delle varie Caritas italiane, tra cui anche quella della diocesi di Spoleto -Norcia, impegnate nell’accoglienza dei profughi in fuga dalla guerra. A giovedì 21 aprile sono 98.406 le persone arrivate in Italia: di queste, 50.875  sono donne, 11.952 uomini e 35.579 minori. Anche in Umbria continuano ad arrivare profughi, sul territorio della diocesi spoletina sono 160 le persone, di cui 90 minori accompagnati, accolte tra varie strutture religiose e famiglie private.

L’impegno della Caritas

La Caritas di Spoleto, che nel 2021 ha festeggiato i 50 anni di attività nel territorio, da due mesi si trova a fronteggiare l’emergenza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra nel cuore dell’Europa. Sono 160 i profughi che hanno avuto un contatto diretto con la Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, di cui “la stragrande maggioranza, circa 90, sono minori accompagnati – racconta Silvia Antonelli collaboratrice, responsabile dell’ufficio immigrazione della Caritas diocesana spoletina nel corso del programma Mondo Migliore di Umbria Radio -. Sono poche le figure maschili, abbiamo all’incirca quattro papà, mentre per il resto i bambini sono accompagnati da altri parenti, mamme, zie, ma soprattutto nonne. A questi numeri si aggiungono circa 40 altri profughi arrivati direttamente presso familiari, altri parenti già presenti sul territorio, e quindi gestiti in modo autonomo, ma di cui la Caritas si prende comunque cura”. Ma perché, in questa emergenza, la Caritas ha un ruolo così importante? “Perché di fatto le varie Caritas diocesane hanno una importante rete già attiva sul territorio – risponde Antonelli -. Come enti caritatevoli siamo già presente capillarmente nei territori e siamo meno vincolati da aspetti burocratici che molto spesso tengono legate le amministrazioni. Come Caritas abbiamo un occhio attento a quello che sono i bisogni delle persone più fragili e quindi – sottolinea Antonelli – riusciamo quasi a prevenire quello che è il ‘bisogno’ emergente perché vediamo nell’altro, nella persona che si trova in quel momento in difficoltà, il volto di Cristo. Forse è proprio questa la forza di Caritas: non solo una struttura, ma mani e volti di persone, dei volontari, che formano la chiesa”.

Locanda della Misericordia e Ucraina

Ma non c’è solo la guerra: nel quotidiano la Caritas diocesana di Spoleto-Norcia sostiene le tante persone presenti sul territorio che hanno necessità di un aiuto. Don Edoardo Rossi, direttore della Caritas spoletina, presenta la “Locanda della Misericordia”, che è attiva a Spoleto dal 1995. “Un rifugio per i poveri della città e un luogo di crescita e scuola per tanti, adulti, giovani e bambini che hanno vissuto qui importanti esperienze di carità”. Il 4 settembre 2021, nella ricorrenza del 50° anno di fondazione della Caritas Diocesana di Spoleto, tra le prime ad essere fondata in Italia, ha inaugurato la sede, che, pur rimanendo nello stesso luogo, è stata ristrutturata e adeguata alle nuove necessità. Il nuovo nome ‘Locanda della Misericordia’ “richiama l’accoglienza – ha detto l’arcivescovo di Renato Boccardo – la mensa è quella di un’azienda, qui invece si respira aria di famiglia. Questo ci rimanda a Betania, città dove Gesù andava dagli amici Marta, Maria e Lazzaro per sentirsi a casa e con loro condividere anche il cibo”. Di una locanda si parla anche nella parabola del Buon Samaritano, il Samaritano si prende cura di un uomo malato e lo conduce affinché abbiano cura di lui. “Sono circa 53-54 nuclei familiari o persone che usufruiscono del servizio mensa – spiega Alvaro Barzacca, responsabile volontario della Locanda della misericordia -, che a seguito della pandemia ha concentrato la sua attività principalmente sui pasti d’asporto. Noi ci consideriamo distributori di provvidenza: siamo aperti nei confronti di chi arriva e chiede un aiuto. Il nome di ‘Locanda’ – spiega Barzacca – ricorda la parabola del buon Samaritano alla quale ci ispiriamo tutti i giorni per accogliere a braccia aperte chiunque bussa alla nostra porta”.

 


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