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Carcere Spoleto, detenuto accoltella al collo un poliziotto

Written by on 22/08/2023

Carcere Spoleto, detenuto accoltella al collo un poliziotto

La denuncia del Sappe: "È un tentato omicidio? Non si può più lavorare così"

22/08/2023

Il carcere di Spoleto

Il carcere di Spoleto

Nuova aggressione ai danni di un poliziotto nel carcere di Spoleto. A denunciare il fatto, accaduto nella serata di lunedì, è il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che in una nota denuncia quanto accaduto nella casa di reclusione spoletina ai danni di un assistente capo della polizia penitenziaria. “Un detenuto del circuito alta sicurezza 3, originario di Taranto, non nuovo ad atti di violenza, ha aggredito un poliziotto mentre gli apriva la cella, dopo che aveva inscenato un malore” spiega Fabrizio Bonino segretario nazionale per l’Umbria del Sappe. Al momento dell’apertura della cella era presente anche il personale infermieristico e altro personale di polizia e a quel punto il detenuto ha colpito con un coltello il poliziotto al collo. Solo l’intervento dell’altro personale presente, “che è riuscito a bloccarlo, ha evitato che lo colpisse ancora con conseguenze che potevano essere fatali” denuncia il sindacalista. All’agente colpito sono stati applicati cinque punti di sutura e prescritti 10 giorni di prognosi. Il detenuto ha usato un coltello rudimentale: l’arma “e la dinamica del colpo inferto al collo non escludono, almeno ai nostri occhi – sottolinea Bonino – un’ipotesti di tentativo di omicidio. Sarà la Procura della Repubblica di Spoleto a stabilire ogni eventuale ipotesi di reato dopo l’esame di tutti gli atti che verranno inviati”.

A Spoleto, “grave carenza d’organico”

Da tempo il sindacato denuncia una “grave carenza di organico” nel carcere di Spoleto “che obbliga la polizia penitenziaria ad operare continuamente al di sotto dei livelli minimi di sicurezza”. Un “tracollo”, sottolinea il Sappe, di cui “se ne sono ben resi conto anche i detenuti più facinorosi che non ritengono di aver nulla da perdere e per i quali la vita di un poliziotto vale davvero poco. È ora di intervenire drasticamente e non solo a ‘chiacchiere’, come fa abitualmente l’Amministrazione Penitenziaria – continua la nota del sindacato -, assegnando a Spoleto immediatamente ulteriori 20 nuovi agenti e sanzionando pesantemente e senza il minimo indugio i detenuti che si rendono protagonisti di questi atti di violenza”. “Non passa giorno che non si verificano aggressioni, incendi ed altri gravi eventi critici nei confronti della Polizia Penitenziaria che presta servizio nelle carceri per adulti e minori della Nazione e di quello che opera nelle carceri dell’Umbria in particolare”, sottolinea Donato Capece, segretario generale del Sappe. “Siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze e situazioni di grande allarme, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno”. Impietosa la denuncia di Capece: “Così non si può andare avanti! Le colleghe ed i colleghi dell’Umbria, attraverso il Sappe, tornano a sollecitare le istituzioni penitenziarie affinché adottino con urgenza provvedimenti concreti ed urgenti per fronteggiare la grave situazione che sta contraddistinguendo negativamente le strutture detentive regionali. Servono fatti! Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di avere, a propria tutela, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili, per altro promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui in periferia non c’è traccia alcuna”.


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