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Carcere Capanne: agenti e medici aggrediti e violenze tra detenuti

Written by on 10/08/2023

Carcere Capanne: agenti e medici aggrediti e violenze tra detenuti

La sigla sindacale Sappe: "Carcere nel caos: auspichiamo cambio al vertice del Dap"

10/08/2023

Il carcere di Capanne

Il carcere di Capanne

L’estate calda nelle carceri dell’Umbria continua. Questa volta sotto i riflettori dell’attenzione pubblica c’è l’istituto penitenziario di Capanne a Perugia dove, nella giornata di martedì, si sono verificati nuovi episodi di “agenti aggrediti, violenze tra detenuti e minacce ai medici”. A denunciare i fatti è il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria che sottolinea la necessità dell’Umbria di “tornare ad ospitare la sede del Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria a Perugia” e parla di Giovanni Russo, capo del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) come “il primo grande latitante”.

Giorni di violenza

“Nel pomeriggio di martedì, un detenuto albanese trasferimento dal carcere di Prato il 27 luglio per ordine e sicurezza, durante una visita in ambulatorio nel Reparto Circondariale inveiva, prima verbalmente poi fisicamente con un coltello rudimentale, il medico di turno minacciando di ammazzarlo se non gli avesse dato le medicine che lui chiedeva”. A raccontare i fatti attraverso una nota stampa, è Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe. “Sempre nella serata di martedì – continua il sindacalista – un detenuto tunisino, trasferito per ordine e sicurezza da Porto Azzurro sull’Isola d’Elba, ha aggredito un altro detenuto tagliandolo al collo. All’uomo aggredito è stata assegnata una prognosi di 10 giorni, salvo complicazioni”. Mercoledì mattina, continua Bonino, “lo stesso detenuto tunisino ha sfasciato la propria cella al reparto isolamento e mentre si provvedeva a spostarlo in altro locale, senza nessun motivo, ha colpito con un punteruolo (probabilmente di ceramica) un agente alla pancia, creandogli un’escoriazione”.

Provveditorato in Umbria

“Questo è il racconto di una giornata tipica di Perugia Capanne” commenta il segretario del Sappe evidenziando come si tratti di “detenuti sfollati dalla Toscana e mandati nella ‘discarica umbra’ dall’ufficio detenuti del Provveditorato”. Sono anni che il Sappe chiede con forza alle autorità politiche e istituzionali di “intraprendere tutte le azioni e le interlocuzioni necessarie, nelle sedi istituzionali, affinché l’Umbria possa tornare ad ospitare la sede del Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria a Perugia, per porre rimedio alle continue e numerose problematicità che stanno quotidianamente emergendo negli istituti di pena regionali”. Durissima la presa di posizione di Donato Capece, segretario generale del Sappe, che esprime solidarietà e vicinanza al poliziotto colpito e al medico minacciato a Capanne, e chiama in causa il capo del Dap Giovanni Russo: “Le carceri sono in ebollizione da mesi ed il primo grande latitante è il capo dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Russo che è anche, incidentalmente, capo della polizia penitenziaria. Le donne e gli uomini del corpo non hanno ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagente promessi”, denuncia Capece. “La situazione delle carceri umbre e italiane, per adulti e minori, è sempre più allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti” gli agenti di polizia. “Russo non sappiamo che faccia abbia, sta dimostrando di essere del tutto inadeguato al ruolo di Capo del Corpo”, sottolinea il segretario generale del Sappe. “Sappiamo che ha incontrato Rita Bernardini, D’Elia e Mauro Palma, va in TV e parla di carceri ma si guarda bene dal convocare i sindacati sull’emergenza penitenziaria”. Capece conclude auspicando che il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, prenda provvedimento per un cambio alla guida del Dap.


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