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Terni, non risponde al gip il fermato per l’omicidio dopo una lite

Written by on 01/12/2022

Terni, non risponde al gip il fermato per l’omicidio dopo una lite

Il giudice si è riservato la decisione che sarà comunicata alle parti nelle prossime ore

01/12/2022

Il luogo dell'omicidio

Il luogo dell'omicidio

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Samuel Obagbolo, nigeriano di 26 anni, comparso davanti al gip di Terni per l’udienza relativa alla richiesta di convalida da parte dalla Procura del fermo per omicidio nell’ambito delle indagini sulla morte di Ridha Jamaaqui, tunisino di 39 anni, colpito con calci e pugni in seguito a una lite avvenuta nella notte tra domenica e lunedì alla periferia della città. Il giudice si è riservato la decisione che sarà comunicata alle parti nelle prossime ore. Obagbolo ha partecipato all’udienza in video collegamento dal carcere di Spoleto dove è attualmente detenuto. Ad assisterlo il suo difensore, l’avvocato Francesco Montalbano Caracci.

Convalidato il fermo

Il gli di Terni ha convalidato il fermo di Samuel Obagbolo, nigeriano di 26 anni, per l’omicidio di Ridha Jamaaqui, tunisino di 39 anni, colpito con calci e pugni in seguito a una lite avvenuta nella notte tra domenica e lunedì alla periferia della città. Il giudice ha quindi disposto per lo straniero la custodia cautelare in carcere. Nell’udienza di convalida Obagbolo, difesa dall’avvocato Francesco Montalbano Caracci, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per il giudice “allo stato delle indagini si ritiene provato che Obagbolo si sia reso responsabile della morte di Jamaaqui”. Il gip ritiene “accertato con elevata verosimiglianza che l’indagato la sera del 27 novembre” si trovasse con il ciclista urtato da un automobilista italiano, episodio dal quale era poi scaturita la lite. Nell’ordinanza si ritiene “ragionevolmente” casuale l’arrivo del tunisino “conoscente” dell’automobilista e che risulta “domiciliato non distante dal luogo dei fatti”, “facendo da paciere nella discussione”. In seguito a una “lite accesa” – sempre in base alla ricostruzione del gip – con il fermato, la vittima e l’italiano risalivano in auto cercando di allontanarsi ma l’indagato (in base a una testimonianza agli atti) “trascinava con violenza fuori” dalla vettura “e lo picchiava fin tanto” che il tunisino non era riuscito a fuggire inseguito da Obagbolo. Altri testi – secondo il gip – hanno quindi assistito “all’epilogo tragico” dell’aggressione, con la vittima colpita da calci e pugni da uno straniero “con felpa bianca”.

Valuta il ricorso la difesa

Valuta il ricorso al Tribunale del riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere decisa dal gip di Terni per Samuel Obagbolo, il difensore del nigeriano, l’avvocato Francesco Montalbano Caracci. “A nostro avviso – ha detto il legale – non sono così gravi da giustificare la misura in carcere. Tra le persone escusse all’inizio dell’indagine c’è molta contraddizione su quello che effettivamente successo. Nella logica delle regole processuali riteniamo in questo momento di non dover spiegare e lasciamo fare il loro lavoro gli inquirenti nei quali riponiamo la massima fiducia. Attendiamo ulteriori sviluppi delle indagini che a questo punto auspichiamo vengano condotte con l’intensità e competenza che riconosciamo da sempre alla nostra Procura. Perché sicuramente – conclude l’avvocato Montalbano Caracci – il quadro è ben più complesso di come appare”.

 


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