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I geometri umbri: “Stop smart working negli uffici pubblici: così non si lavora”

Written by on 23/08/2021

I geometri umbri: “Stop smart working negli uffici pubblici: così non si lavora”

Mettono in evidenza il problema degli archivi cartacei e quello del mancato confronto con i tecnici dei Comuni

23/08/2021

Alcuni geometri

Alcuni geometri

“Condividiamo la proposta del sottosegretario alla Salute Andrea Costa di riaprire gli uffici del pubblico impiego e far tornare a lavorare in presenza i dipendenti pubblici, riducendo quindi lo smart working, anche magari ampliando l’obbligo del Green pass ad altre categorie lavorative così come già previsto per il personale scolastico”. Così i presidenti dei Collegi dei geometri di Perugia e Terni, Enzo Tonzani e Alberto Diomedi. Le riflessioni del sottosegretario, a favore del ritorno “alla normalità e in presenza per i dipendenti degli uffici comunali e pubblici”, arrivano in vista dell’inizio del processo di conversione del decreto legge sul Green pass a settembre e vedono, appunto, il sostegno incondizionato dei professionisti umbri.

Il problema degli archivi cartacei

“Il sottosegretario – continuano Tonzani e Diomedi – ha dichiarato che i lavoratori degli uffici pubblici ‘hanno la responsabilità di garantire un servizio al Paese e a contatto con il pubblico. Non è possibile che in alcuni territori siano ancora chiusi e in smart working. Facciamo nostre anche queste sue affermazioni perché purtroppo abbiamo vissuto sulla nostra pelle le enormi difficoltà legate a questa situazione. Gli enti pubblici, d’altronde, registrano ritardi strutturali, tecnologici e organizzativi gravissimi di cui l’esempio più lampante è la presenza quasi esclusiva nei Comuni di archivi cartacei. Archivi che, ovviamente, essendo appunto cartacei non possono essere consultati online lavorando da casa. Ciò significa bloccare per settimane o addirittura per mesi le pratiche che presentiamo: ciò implica che noi tecnici, non potendo portare avanti i cantieri, non veniamo pagati dal committente, ma anche che i cittadini vedono allungarsi all’infinito i tempi per la conclusione di un lavoro, con il rischio anche di vedersi sfuggire la possibilità di usufruire dei Superbonus vista l’avvicinarsi della scadenza”.

Manca il confronto con i tecnici

“L’altro motivo per cui chiediamo il ritorno agli uffici del personale dei Comuni – concludono Tonzani e Diomedi – è legato alla necessità per noi professionisti di confrontarci costantemente con i tecnici degli enti pubblici per dirimere questioni legate all’interpretazione delle norme. Su questo aspetto regna, infatti, una confusione incredibile e ogni singolo Comune, ma potremmo dire anche ogni ufficio, interpreta diversamente le norme di governo del territorio. È una giungla da cui è difficile uscire senza avere prima il parere certo del responsabile comunale. Cosa impossibile senza un confronto faccia a faccia. Non stiamo criticando i lavoratori pubblici, tutt’altro. Apprezziamo anzi tutto quello che hanno potuto fare in questa situazione così complicata anche per loro. Il problema è stato proprio la cattiva gestione dell’emergenza sanitaria in questo ambito, problema a cui ora bisogna trovare una soluzione così come prospettato dal sottosegretario Costa”.


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