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‘Il lavoro non si tocca’, in Umbria prosegue la mobilitazione dei metalmeccanici

Written by on 30/07/2021

‘Il lavoro non si tocca’, in Umbria prosegue la mobilitazione dei metalmeccanici

Due ore di stop a fine turno nella giornata di venerdì 30 luglio in provincia di Perugia, per lo sciopero nazionale indetto da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil

30/07/2021

il lavoro non si tocca

'Il lavoro non si tocca': prosegue la mobilitazione dei metalmeccanici in Umbria

PERUGIA- Il lavoro non si tocca : Continua la mobilitazione di lavoratrici e lavoratori metalmeccanici in Umbria. Dopo lo sciopero di lunedì a Terni, venerdì 30 luglio è la volta della provincia di Perugia con due ore di stop a fine turno indette da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil.

“Dopo lo sblocco dei licenziamenti voluto dal governo Draghi e dalla Confindustria -si legge nel comunicato sindacale che lancia la mobilitazione di venerdì 30 luglio- alcune aziende e multinazionali hanno avviato procedure unilaterali di licenziamento, decisioni inaccettabili che colpiscono l’insieme del mondo del lavoro, che vanno contrastate con fermezza da tutti i metalmeccanici per difendere l’occupazione, il reddito dei lavoratori, impedire la riduzione della capacità industriale del Paese, evitare che altre aziende seguano questi negativi esempi e rivendicare allo stesso tempo investimenti e politiche industriali in tutto il territorio nazionale”.

Per le tre sigle sindacali, le ingenti risorse pubbliche messe a disposizione dalla comunità europea sul Pnrr vanno utilizzate per innovare il sistema produttivo del Paese, realizzare la transizione ecologica e digitale, dare soluzioni alle tante crisi aperte, creare nuova e stabile occupazione.

Salvaguardare il lavoro bloccando i licenziamenti

“Per fare questo, per accompagnare questo processo, occorre riformare gli ammortizzatori sociali, renderli universali, ma anche vincolare le ingenti risorse pubbliche destinate alle imprese a precisi vincoli sociali a partire dalla difesa dell’occupazione, al superamento della precarietà lavorativa, alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Per tutte queste ragioni -concludono Fim, Fiom e Uilm- occorre mobilitarsi e chiedere al Governo di intervenire presso la Confindustria per bloccare i licenziamenti, rispettare l’avviso comune sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali sottoscritto con Cgil Cisl e Uil, dare soluzioni alle crisi aperte, aprire chiedere al Governo di intervenire presso la Confindustria per bloccare i licenziamenti con il sindacato tavoli di confronto nei principali settori industriali a partire dall’automotive, dalla siderurgia, dall’elettrodomestico”.


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