TERNI- Il Respiro del vento : non solo Preludi, è il titolo del concerto che vede protagonista Arturo Stàlteri, domenica 28 gennaio, alle ore 17.30, all’Auditorium Gazzoli. Il noto compositore e pianista, arriva a Terni nell’ambito del cartellone della XXI Stagione organizzata dall’Associazione Araba Fenice per un appuntamento molto atteso.

Il Respiro del vento, come il titolo di uno dei ventìdue Preludi che compongono l’omonimo cd, che verranno eseguiti per l’occasione così denominati come spiega Arturo Stàlteri, perchè prendono spunto, dalle opere di due grandi compositori e pianisti del passato Fredrick Chopin e Claude Debussy. Due importanti figure, che hanno lasciato un’impronta incancellabile nella storia della musica dell’Ottocento e del Novecento, a cui Arturo Stàlteri ha voluto rendere omaggio con questo lavoro che arriva nel pieno della sua maturità artistica e compositiva. Un progetto, che si allaccia alla tradizione classica, per poi inoltrarsi nelle accattivanti, morbide melodie della musica del nostro tempo, in uno stile che l’autore autodefinisce neo romantico e post minimalista. E’ proprio per l’estrema libertà e la sinteticità che questa forma concede al compositore, che Arturo Stàlteri ha scelto il Preludio come forma musicale attorno a cui costruire il repertorio di questa penultima produzione discografica. Penultima, perché è da poco uscito il suo nuovo CD dal titolo Low & loud inciso per l’ etichetta Felmay. Un disco, ultimo di una lunga serie, che è un vero e proprio tributo al pianoforte, vissuto in maniera totale, sfruttando le numerose sfumature timbriche e dinamiche che lo strumento è in grado di offrire.

Ricordiamo, infatti, che Arturo Stàlteri ha pubblicato diversi lavori discografici, tra i quali Empire Tracks, Circles (dedicato interamente alla musica di Philip Glass), CoolAugustMoon, (per pianoforte e piccola orchestra, dedicato alla musica di Brian Eno), The Asimov Assembly (da cui è tratto Il brano My Son the Phisicist, inserito nella colonna sonora del film L’Amore è Eterno finché dura di Carlo Verdone).