Non chiudere il procedimento
Il gup ha però deciso di non chiudere il procedimento “alla luce del contrasto che sussiste fra i vari consulenti di parte in merito all’utilizzo della procedura Ecmo”, l’ossigenazione extracorporea. Ha quindi ritenuto necessario “un approfondimento istruttorio, preferibilmente con l’aiuto di specialisti delle malattie infettive e respiratorie”. Per il giudice “occorre altresì approfondire l’aspetto relativo alla mancata attivazione dello strumento, pur presente nella struttura ospedaliera, al fine di verificare, alla luce della situazione pandemica da Covid ormai in fase di normalizzazione, se vi siano state carenze organizzative o se la situazione era tale da impedire oggettivamente l’utilizzo all’interno dell’ospedale di Perugia, necessitando invece il trasporto della paziente a Firenze, e se la richiesta all’altro ospedale sia stata fatta tempestivamente o meno”. Soddisfazione per la scelta del giudice è stata espressa dagli avvocati Cozza e Gentile.
Circostanze da chiarire
“Le circostanze relative al decesso della giovane Maria Elia dovranno essere pertanto chiarite” aggiungono. “Il nostro assistito, Gennaro Elia, senza accusare alcuno – sottolineato ancora i due legali – da subito ha semplicemente chiesto di conoscere quanto accaduto alla figlia Maria. Queste nuove indagini consentiranno di fare chiarezza sulla prematura morte della ragazza e su eventuali responsabilità di chi la ebbe in cura”.