Un operaio di una impresa edile, di 63 anni, di nazionalità italiana, residente a Todi, è morto lunedì mattina in seguito a un incidente sul lavoro avvenuto a Collelungo, nel territorio comunale di San Venanzo. Secondo una prima ricostruzione, sarebbe finito sotto una macchina per effettuare trivellazioni. Il mezzo da lavoro si sarebbe ribaltato, uccidendolo sul colpo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e gli operatori del 118 che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’operaio. Spetta ai carabinieri della Compagnia di Orvieto ricostruire l’accaduto, portato all’attenzione dell’autorità giudiziaria di Terni.

Sindacati: “Umbria maglia nera “

La morte dell’operaio a San Venanzo ha riacceso i riflettori sul tema della sicurezza sul lavoro. Attraverso una nota congiunta, Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil dell’Umbria, Angelo Manzotti segretario generale della Cisl Umbria, Elisabetta Masciarri, segretaria generale della Fillea Cgil Umbria e Giuliano Bicchieraro segretario generale Filca Cisl Umbria e le categorie dei lavoratori dell’edilizia, hanno ribadito la necessità di “attuare subito il patto per salute, sicurezza e ambiente nei luoghi di lavoro”. “Il tragico contatore delle morti sul lavoro in Umbria continua a girare – si legge nel comunicato dei sindacati -. Ci troviamo di nuovo ad esprimere il nostro cordoglio ai familiari e ai colleghi di questa ennesima vittima, ma sappiamo bene che le parole di circostanza ormai hanno perso di senso. La strage sul lavoro, che vede l’Umbria essere maglia nera in Italia, non si fermerà finché alle parole non seguiranno fatti concreti”. Per interrompere quella che i rappresentanti dei lavoratori definiscono una “scia di sangue”, occorre – sempre secondo i sindacati – “decidere di invertire una volta per tutte la logica del profitto sopra ogni cosa e investire nel benessere e nella sicurezza delle persone che lavorano”. Cgil, Cisl e Uil hanno presentato nelle scorse settimane una piattaforma in 18 punti, per sottoscrivere un Patto per la Salute, Sicurezza e ambiente nei luoghi di Lavoro in Umbria. “Crediamo, e questa ennesima tragedia lo conferma ancora una volta, che non ci sia più tempo. Vogliamo che l’Umbria – concludono i sindacalisti – si liberi di questo vergognoso primato e diventi un luogo sicuro in cui lavorare”.