Umbria resiliente
In questo contesto l’Umbria mostra una grande resilienza, perché gli avviamenti al lavoro a ottobre tengono e nel trimestre sono visti in un calo inferiore di circa il 70% di quello previsto a livello nazionale. Le imprese umbre dimostrano ancora una volta, quindi, non solo di essere resistenti, ma di avere margini importanti di crescita, come avvenuto dal 2021 nel post-pandemia. Un aiuto significativo arriva anche dall’export, che nel 2021 e nella prima parte del 2022 in Umbria ha superato i già buoni dati nazionali. Ora occorre evitare che le nostre imprese si impantanino nella recessione e per questo servono misure precise, tra cui il taglio del cuneo fiscale, supportando i redditi dei lavoratori e sostenendo quindi i consumi in un momento in cui il reddito disponibile scende a causa dell’alta inflazione; misure energiche per ridurre l” impatto dei maxi aumenti dell’energia; rispetto puntuale dei tempi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), dotato di una mole molto ampia di fondi per sostenere l” economia e aumentare la competitività del Paese. Un’occasione davvero da non perdere e gestire bene. In Italia come in Umbria“.
Il quadro nel secondo trimestre
Nel trimestre ottobre-dicembre 2022 l’Umbria secondo le previsioni fornite dalle imprese della regione, registrerà 13 mila 880 assunzioni contro le 14 mila 320 dello stesso trimestre 2021, mentre il bilancio dello specifico mese di ottobre è di 5 mila 390 avviamenti, contro i 5 mila 480 di ottobre 2021. Ad assumere è l” 11% delle imprese, la stessa percentuale dello scorso anno. Secondo la rilevazione Excelsior nel trimestre ottobre-dicembre è, dopo la Sicilia, la seconda per minor arretramento delle assunzioni previste (-3,1%, contro il dato italiano del -10,4% e il -7,1% del centro) e anche nel mese di ottobre accusa una flessione degli avviamenti al lavoro dell” 1,6% contro il -5,4% del dato medio nazionale e il -2,5% del centro. Quanto alla difficoltà di reperimento del personale, resta tra le regioni dove il problema risulta più acuto: più di un” assunzione su due (il 51,6%, quasi 10 punti percentuali in più rispetto a ottobre 2021, quando era il 42%) è considerata di difficile reperibilità. Si tratta della quarta posizione a livello nazionale.
Difficile reperibilità
Se si guarda al trimestre, in Umbria in pratica sono di difficile reperibilità oltre 7 mila 100 delle 13 mila 800 assunzioni previste dalle imprese. -Nel 25% dei casi (con un leggero incremento rispetto al 24% del 2021) le entrate previste nella regione saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita); gli avviamenti al lavoro concentreranno per il 62% nel settore dei servizi e per il 70% nelle imprese con meno di 50 dipendenti (con un incremento rispetto al 68% del 2021) e il 15% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (22%). Aumenta, rispetto al 2021, la quota delle assunzioni di giovani con meno di 30 anni sul totale: era il 31% nel 2021, mentre ad ottobre 2022 sale al al 34%. Cresce in Umbria, sebbene di poco, la percentuale delle assunzioni di laureati (11% contro il 10% di ottobre 2021), ma la distanza con la media nazionale (17%) resta molto ampia. Infine, per una quota pari al 61% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore.