Sabato 10 aprile, in prima visione televisiva, alle 21,15, su Rai 5, nell’ambito di una serie di appuntamenti dedicati a Ottavia Piccolo, va in onda il film Occident Express (Haifa è nata per star ferma). Il Teatro Stabile dell’Umbria, dopo tre stagioni, cento repliche in tutta Italia e all’estero, ha voluto portare sul grande schermo lo spettacolo teatrale scritto da Stefano Massini, prodotto insieme a Officine della Cultura e interpretato da Ottavia Piccolo, con le musiche di Enrico Fink eseguite dall’Orchestra Multietnica di Arezzo.

Il film diretto da Simone Marcelli, accompagnato dalle poetiche animazioni di Simone Massi, nel 2020 è stato presentato con grande successo alla Biennale Cinema di Venezia nelle Giornate degli Autori.

Un Odissea del Terzo Millennio

E’ la trasposizione per il cinema della commovente storia di migrazione vissuta realmente da una donna anziana, Haifa, che in fuga dalla guerra, insieme con la nipote bambina, ha attraversato la Terra, dalla città fantasma di Mosul, in Iraq, fino al gelo del Mar Baltico per cinquemila chilometri di cammino.

Occident Express si può considerare come una sorta di Odissea del Terzo Millennio. Un racconto spietato fra parole e musica, un piccolo pezzo di vita vissuta che compone il grande mosaico dell’umanità in cammino senza un solo attimo di sosta: la terribile corsa per la sopravvivenza.

La serie su Rai 5 è iniziata il 3 aprile con 7 minuti, diretto da Michele Placido, un altro film ispirato ad un’altro spettacolo prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria, con la regia di Alessandro Gassman, scritto da Stefano Massini basato su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese con al centro della vicenda Ottavia Piccolo e altre dieci donne interpretate in gran parte dalle attrici della Compagnia dei giovani dello Stabile umbro.

Tra cinema e teatro

“Due importanti esperienze cinematografiche nate da due spettacoli prodotti dal nostro teatro -dice Nino Marino direttore dello Stabile umbro- che testimoniano di come due linguaggi artistici come il teatro e il cinema possano nutrirsi e stimolarsi a vicenda pur mantenendo ognuno la propria unicità.

Due film che in un momento in cui non è possibile fruire dello spettacolo dal vivo, restituiscono al pubblico due grandi testi teatrali della nuova drammaturgia”.