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Migranti, Tesei: “Dall’Umbria risposta esaustiva e ci sarà collaborazione”

Written by on 21/09/2023

Migranti, Tesei: “Dall’Umbria risposta esaustiva e ci sarà collaborazione”

La posizione della governatrice sul piano Cpr di Piantedosi, un centro per ogni Regione

21/09/2023

La presidente della Regione Umbria Donatella Tesei

La presidente della Regione Umbria Donatella Tesei

I governatori delle diverse Regioni reagiscono al piano del Governo che, per rispondere all’aumento del numero dei migranti in arrivo in Italia, ha deciso di avviare, entro due mesi, la costruzione di almeno 12 nuovi Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) per raggiungere l’obiettivo di un centro ogni Regione, come indicato dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi. Attualmente non ci sono Cpr in Umbria. “La Regione si sta adoperando per cercare di rispondere all’esigenza di accoglienza dei migranti e per ora sta riuscendo a dare una risposta esaustiva”. Ha detto è la presidente dell’Umbria Donatella Tesei. Sottolineando la collaborazione in corso “con le autorità competenti e la prefettura”. “Quanto ad eventuale Cpr, è argomento di competenza della stessa prefettura. Che dovrà valutare se realizzarlo ed eventualmente dove” conclude Tesei.

Le posizioni degli altri governatori

Sul piano di Roma le Regioni hanno posizioni differenti. Bocciatura arriva dal governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ma anche da altre autorità territoriali. Un ‘no’ secco anche dalla Toscana di Eugenio Giani, e lo stesso Luca Zaia, presidente della Regione Veneto ha precisato: “Nessuno mi ha detto nulla su questa iniziativa”. “Non siamo disponibili a nulla se parliamo di parole al vento. Io sono abituato a discutere di cosa si vuol fare”, ha detto Stefano Bonaccini a Radio24. Quelle sui Cpr “al momento sono parole al vento. Per me di Cpr non se ne parla assolutamente”. Il presidente dell’Emilia Romagna chiede attenzione al Governo su quattro punti: un tavolo operativo sui migranti, accoglienza diffusa, equa ripartizione, stanziamento di fondi adeguati ai Comuni per l’accoglienza dei minori non accompagnati che “sono tutti a carico degli enti locali”. Di tutt’altro avviso il governatore della Puglia Michele Emiliano, che sostiene: “Io delle politiche migratorie del Governo penso, come tutti gli italiani, che siano un disastro però non è il momento di dare giudizio. Se il Governo ha bisogno della Puglia bussa, chiede e la Puglia è a disposizione”. “Non abbiamo capito ancora cosa voglia realizzare il Governo – ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca -, quindi siamo nell’impossibilità di esprimerci. Noi abbiamo già qui centri di accoglienza. Sono convinto sia un problema drammaticamente complesso – ha aggiunto -, nel quale dovremmo fare uno sforzo per evitare demagogia e propagandismi, come quelli che abbiamo conosciuto da parte dell’attuale maggioranza. Dovremmo trovare una linea di condotta comune nel Paese, perché il tema è di una complessità enorme, epocale”. Disponibilità ad aprire un Cpr in Liguria arriva dal presidente Giovanni Toti che dice di aver “già dato al ministro Piantedosi la disponibilità a collaborare per dare un’ordinata risposta a una crisi che non è risolvibile in pochi giorni e neppure esclusivamente a livello nazionale”. D’accordo con Toti, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto: “Giudico positivamente le decisioni sull’immigrazione che sta assumendo il Governo, contenute all’interno di una cornice europea, per regolare l’accoglienza ma anche per estendere la possibilità di permanenza fino a 18 mesi per procedere con il rimpatrio di coloro che non hanno diritto alla protezione internazionale. Ma questo, vista anche l’emergenza delle ultime settimane, è il tempo della responsabilità da parte di tutti i territori. Se il Governo vorrà aprire uno di questi centri in Calabria non mi opporrò, e mi auguro che anche nel resto del Paese nessuno si tiri indietro”. “Avere più centri significa velocizzare le procedure, velocizzare i rimpatri, permettere allo Stato di gestire meglio e in maniera più efficiente il problema dell’immigrazione”, ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. “In Abruzzo non è stato ancora deciso il luogo dove collocare il Cpr. Queste sono decisioni che assume un commissario nazionale che è stato nominato dal Governo, sono anche informazioni e scelte riservate. Al momento non c’è stata alcuna interlocuzione formale in questo senso, quando ci sarà naturalmente daremo anche il nostro parere e il nostro contributo per individuare una località che non comporti problemi, disagi o impatti negativi sul territorio”. “Opzione difficilmente attuabile” rispetto all’ipotesi di insediamento di un Cpr in Valle d’Aosta, ha detto il presidente Renzo Testolin che aggiunge “non ho ancora ricevuto comunicazioni ufficiali. Una opzione difficilmente attuabile, che comunque potremo analizzare solo nel momento in cui ci saranno, se ci saranno, elementi e proposte sui quali confrontarsi, e, comunque sempre, nell’ambito di una interlocuzione tra Governo e Regioni”. In Alto Adige, invece, nascerà un Cpr con una cinquantina di posti solo per esigenze locali. Lo ha annunciato il governatore Arno Kompatscher, dopo un incontro con il ministro Piantedosi. Il sito per il momento è top secret per evitare polemiche. “Non ci saranno trasferimenti da altre regioni”, ha ribadito il presidente della Provincia autonoma, ricordando la peculiarità del territorio di confine con i flussi di migranti in transito al Brennero in entrambe le direzioni. “Il Centro sarà individuato, finanziato e gestito direttamente da Roma”, ha precisato Kompatscher.

Cpr nel testo decreto Sud

I Centri permanenza rimpatrio, le cui norme sono state inserite dal Governo nel decreto Mezzogiorno pubblicato in Gazzetta ufficiale, entrano a far parte delle “opere destinate alla difesa nazionale a fini determinati”, al pari, ad esempio, di aeroporti, basi missilistiche, depositi munizioni, caserme, basi navali. Per realizzarli la Difesa (se ne occuperà il genio militare) potrà adottare le procedure “in caso di somma  urgenza e di protezione civile”, previste dal nuovo Codice degli appalti. Un fondo di 20 milioni di euro sarà assegnato al ministero della Difesa per la realizzazione del Piano straordinario per l’individuazione delle aree destinate ad ospitare i nuovi Centri di permanenza per i rimpatri. Lo prevede il testo del decreto Sud che contiene due articoli con le novità introdotte sui Cpr. Sarà un decreto del presidente del Consiglio, su proposta dei ministri dell’Interno e della Difesa, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, ad approvare il “piano straordinario per l’individuazione delle aree interessate alla realizzazione di un numero idoneo di strutture”. Anche attraverso “la valorizzazione di immobili già esistenti”. Il ministero della Difesa, mediante le proprie competenti articolazioni del Genio militare, l’impiego delle Forze armate e avvalendosi di Difesa Servizi spa, è incaricato della progettazione e della realizzazione delle strutture individuate dal piano. È autorizzata la spesa di 1 milione di euro annui a decorrere dal 2024 “quale contributo al funzionamento delle strutture e di 400mila euro per il 2023 per “gli oneri derivanti dalla costituzione e dal funzionamento degli assetti tecnici connessi alle fasi preliminari correlate alla predisposizione delle aree, alla cantierizzazione, alla sicurezza e alla vigilanza”. Le norme sui Cpr, verranno esaminate dalla Commissione Bilancio, con la Commissione Affari costituzionali, competente in tema migranti, che dovrà dare solo un parere. Lo ha annunciato in Aula il vicepresidente di turno Sergio Costa.


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