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Caso Meredith, in Cassazione ricorso di Amanda contro calunnia

Written by on 11/10/2023

Caso Meredith, in Cassazione ricorso di Amanda contro calunnia

L'americana chiede che le sia revocata la condanna a tre anni

11/10/2023

La Cassazione

La Cassazione

Approda giovedì in Cassazione il ricorso con il quale Amanda Knox, dopo essere stata definitivamente riconosciuta estranea all’omicidio di Meredith Kercher, chiede di essere assolta anche per la calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, reato per il quale venne condannata a tre anni di reclusione. Sentenza diventata definitiva ma ora impugnata dall’americana – con gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati – facendo leva sulla decisione a lei favorevole della Corte europea dei diritti dell’uomo e di un nuovo articolo introdotto nel codice di procedura penale con la riforma Cartabia. L’istanza verrà esaminata dalla quinta sezione in camera di consiglio e in forma “non partecipata”. Memorie e documenti sono stati già inviati alla Corte e nessuno degli interessati sarà quindi presente in aula. La decisione verrà comunicata alle parti con una posta elettronica certificata tra la serata di giovedì e venerdì. La procura generale presso la Cassazione ha intanto chiesto il rigetto del ricorso sostenendo che la giurisprudenza italiana sia “più forte” della decisione presa in sede europea. Costituito nel giudizio anche Lumumba, con l’avvocato Carlo Pacelli, anche lui chiedendo che l’istanza venga respinta. I giudici della Cassazione potranno decidere di confermare la condanna per calunnia (già scontata con i quasi quattro anni passati in cella per l’omicidio Kercher al quale si è sempre proclamata estranea), di revocare senza rinvio, cioè assolvere, o di annullare con rinvio, e in questo caso ci sarebbe un nuovo processo da celebrare a Perugia ma solo per quel reato.

Il ricorso di Amanda

Al centro di questo troncone processuale le dichiarazioni rese da Knox agli investigatori poco prima di essere arrestata e con le quali accusò del delitto Lumumba che per quelle parole finì in carcere per 14 giorni prima che venisse accertata la sua estraneità al delitto e prosciolto su richiesta dal pm. “La Corte europea ha però stabilito che c’è stata una gravissima lesione del diritto di difesa di Knox – ha detto l’avvocato Dalla Vedova – perché le dichiarazioni che hanno poi portato alla contestazione della calunnia furono rese senza l’assistenza di un difensore e per la mancanza di un traduttore. La sentenza di condanna è stata quindi viziata – ha sottolineato il legale -, Amanda Knox non ha calunniato Lumumba e non ha mai inteso farlo”. I legali fanno poi riferimento al nuovo articolo 628-bis del codice di procedura penale relativo alla “richiesta per l’eliminazione degli effetti pregiudizievoli delle decisioni adottate in violazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo” e alla raccomandazione R (2000) 2, del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa che ha invitato gli Stati contraenti ad adottare una qualche forma di riapertura del procedimento nelle ipotesi in cui la Corte abbia accertato una violazione dei diritti. “Patrick Lumumba non è mai stato risarcito da Amanda Knox per averlo calunniato. Non ha ricevuto un centesimo e nemmeno le scuse”: a sottolinearlo è l’avvocato Carlo Pacelli, legale del 54enne originario del Congo che passò 14 giorni in carcere perché accusato dell’omicidio di Meredith Kercher sulla base delle dichiarazioni agli investigatori rese dall’americana ma poi riconosciuto estraneo al delitto, scarcerato e  prosciolto su richiesta del pubblico ministero. Il legale si è formalmente opposto alla richiesta della Knox di rivedere quella condanna ormai
definitiva e di essere assolta.


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