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L’Aeroporto dell’Umbria al terzo posto tra gli scali europei

Written by on 11/10/2023

L’Aeroporto dell’Umbria al terzo posto tra gli scali europei

Secondo l’ultimo rapporto ACI, si conferma tra quelli con traffico di passeggeri sotto ai 5 milioni annui

11/10/2023

passeggeri all'aeroporto dell'umbria

Passeggeri all'ingresso dell'Aeroporto internazionale dell'Umbria

L’Aeroporto dell’Umbria al terzo posto tra gli scali europei, secondo l’ultimo rapporto rilasciato da ACI Europe sul traffico aereo, relativo al mese di agosto 2023, e le previsioni aggiornate del traffico 2023-2027.

Infatti, tra gli scali con traffico sotto ai cinque milioni di passeggeri annui, crescita a tre cifre per tutti e cinque i primi aeroporti del segmento, con Grenoble che segna un +527%, seguito da Trapani (334,4%), Perugia, con l’Aeroporto dell’Umbria San Francesco  (+203%), Kutaisi (+122,1%) e San Sebastián (+109,3%).

Confermato il recupero dei livelli precedenti al periodo pandemico, con un -3,4% registrato sulla rete aeroportuale europea rispetto al traffico del 2019. Rispetto ad agosto 2022, il volume dei passeggeri è, invece, aumentato del +11,6%, con una prevalente espansione del traffico internazionale (+13,2%) rispetto a quello domestico (+6%).

ACI stima, inoltre, che il 2023 raggiungerà il 95,5% dei volumi pre-pandemici, con una piena ripresa che dovrebbe essere completata nel 2024 e una proiezione di crescita del +9,2% al 2027. Tuttavia, ACI Europe evidenzia che dietro a questi dati a livello di rete europea, i singoli aeroporti continueranno a registrare variazioni significative nelle prestazioni del traffico passeggeri, almeno nel medio termine.

“Quello che stiamo vedendo -commenta Olivier Jankovec, Direttore Generale di ACI Europe- è che non tutti gli aeroporti stanno performando allo stesso modo. Mentre quasi il cinquanta per cento degli aeroporti europei hanno ormai superato i volumi di passeggeri pre-pandemia, alcuni registrano una crescita esponenziale, mentre altri rimangono al di sotto di tale soglia e potrebbero non tornare ai volumi pre-pandemia prima del 2026, o anche più tardi. Ciò è dovuto alla guerra in Ucraina, e alle conseguenti restrizioni sui voli aerei che incidono su alcuni mercati, insieme a cambiamenti strutturali nel mercato dell’aviazione post Covid-19”.

Mentre la domanda rimane forte anche in autunno, anche ACI Europe mette in guardia sui rischi di un ribasso del traffico a causa di vari fattori, tra i quali il rallentamento della crescita economica in Europa, un’inflazione persistente, l’aumento dei prezzi del petrolio, vincoli sulla crescita della capacità delle compagnie aeree dovuta a problemi di fornitura di aeromobili e pezzi di ricambio e aumento dei rischi geopolitici.

 


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