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‘I Luoghi del Cuore’: anche l’Umbria ha partecipato al censimento del FAI

Written by on 25/02/2021

‘I Luoghi del Cuore’: anche l’Umbria ha partecipato al censimento del FAI

Il Bacino del Rio Grande ad Amelia, il luogo più votato nella nostra regione

25/02/2021

Il Bacino del Rio Grande ad Amelia

Anche quest’anno l’Umbria ha partecipato a I Luoghi del Cuore, il censimento promosso a livello nazionale dal FAIFondo Ambiente Italiano.

Giunto alla sua X edizione,  nonostante l’emergenza sanitaria Covid 19 ha avuto un numero sorprendente di persone che hanno risposto all’invito votando migliaia di luoghi patrimonio storico, artistico e ambientale, preziosi scrigni di storiecultura e bellezza meritevoli di cure e attenzione.

I primi tre luoghi più votati in Umbria, nel censimento de I Luoghi del Cuore, sono risultati nell’ordine il Bacino del Rio Grande, ad Amelia (al 29° posto nella classifica nazionale); il Santuario della Madonna della Valle a Bevagna (al 75° posto); la Cappella Salus Infirmorum a Perugia   (al 78° posto). Preferenze sono state espresse anche per il Complesso monumentale di San Girolamo a Spello (al 118° posto); per l’Abbazia di Badia Petroia a Città di Castello (al 168° posto); per il Belvedere dalla pineta di Castel Viscardo (al 170° posto). Voti per I Luoghi del Cuore, anche per il Borgo di Piaggia, situato tra Norcia e Spoleto ai piedi dei monti Sibillini (classificatosi al 127° posto).

Incastonato tra i Monti Amerini e con essi Sito di Interesse Comunitario, il Rio Grande è un torrente tributario del Tevere che nei pressi della città di Amelia incontra due sbarramenti: una prima diga di monte, detta la Para, che ha generato il Lago Vecchio, e una seconda di valle, detta dei Finestroni, dalla quale si getta nella valle sottostante. Le dighe sono di grande valore: una è probabilmente tra le poche sopravvissute di epoca romana, l’altra è di origine duecentesca e tra le più antiche dighe ad arco sopravvissute. Grazie ai due bacini, Amelia disponeva di una notevole riserva idrica, venuta meno a causa del loro progressivo interramento, iniziato negli anni Settanta del Novecento con il tamponamento degli scarichi di una delle dighe. La mancata manutenzione idraulica ha ridotto l’invaso a pochi centimetri d’acqua e in estate l’alveo è del tutto arido. Il ripristino della funzionalità idrica del bacino, auspicato dal comitato Un voto per il Rio Grande potrebbe consentire il recupero di orti e vivai oggi scomparsi, che per secoli hanno ravvivato le sponde, ponendo anche le basi per la nascita di un’oasi naturale e faunistica.

Il Santuario della Madonna della Valle a Bevagna, immerso in un bosco di querce e castagni, fu eretto per volere di Napoleone III. Non si hanno notizie della prima edificazione, andata probabilmente distrutta. Nel 1544 la chiesa fu ricostruita a opera di Silvestro Perantoni di Bevagna detto lo Stracciato che la donò al Comune di Bevagna. Abbandonata verso la fine del 1800, solo nel 1880 Piero Stortini, un ragazzo di Torre del Colle, trovò questa chiesetta ricoperta di rovi e di erbe parassite. Da quel momento si sparse la voce che in quella chiesina tra i boschi la Madonna facesse le grazie e divenne meta di pellegrinaggi e di preghiera. L’antico edificio venne demolito nel 1934 per costruire l’attuale Santuario che appare con una facciata elegante con trifora, un’ampia scalinata e all’interno una sola navata. All’interno era ricco di ex voto, purtroppo rubati negli anni, mentre sono rimaste le scritte sui muri lasciate per chiedere grazie o per ringraziare di averla ricevuta. A seguito degli eventi sismici del 1997 è stato chiuso al pubblico e ai fedeli. Oggi si trova in stato di abbandono.

La Cappella Salus Infirmorum a Perugia, progettata nel 1934 da Carlo Cucchia nell’ambito dell’ampliamento del Policlinico di Monteluce, fu collocata fra i padiglioni dell’Ospedale. Grazie ai passaggi coperti che permettevano di accedere in una sorta di soppalco che sormontava lo spazio dedicato alle celebrazioni e ai fedeli esterni, senza subire possibili intemperie, fu meta di malati e afflitti per oltre sessanta anni. La Cappella è a pianta centrale sormontata da una cupola semisferica, unica nel suo genere a Perugia, e culmina con una lanterna. La denominazione prende nome dal dipinto della Madonna con Bambino che sormonta l’altare ai cui piedi, su uno sfondo di paesaggio aeropittorico, due angeli sorreggono una piccola chiesa nella quale stanno entrando i malati accompagnati dai frati. Del pittore futurista perugino Gerardo Dottori i quattro santi raffigurati sulla calotta della cupola nella loro attitudine all’attenzione per i malati e ai derelitti. Il comitato Associazione culturale Archivi Dottori auspica che il recupero della chiesa, oggi inagibile, diventi volano per il rilancio dell’intero quartiere, attraverso attività culturali.


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