
Ex Merloni, fine della vertenza più lunga della provincia di Perugia
Written by Annalisa Marzano on 17/05/2022
Ex Merloni, fine della vertenza più lunga della provincia di Perugia
Domenica 15 maggio è scattato il licenziamento per i 500 dipendenti umbro-marchigiani
17/05/2022

L'ingresso della ex Merloni, a Colle di Nocera Umbra
È arrivata la parola ‘fine’ sulla lunga ed estenuante vertenza della Ex Antonio Merloni, poi JP Industries e infine Indelfab. Domenica 15 maggio, infatti, è scaduta la cassa integrazione per cessazione d’attività ed è scattato il licenziamento collettivo di circa 500 persone: 245 del sito di Santa Maria di Fabriano e 244 in Umbria, nello stabilimento di Colle di Nocera-Gaifana. “Un fallimento delle istituzioni, della politica, dell’imprenditoria”, ha commentato Marco Bizzarri, segretario generale della Fiom Cgil di Perugia.
La vertenza dal 2004
La notizia del licenziamento era stata annunciata a febbraio dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo economico tra i curatori fallimentari della Indelfab, i vertici del Ministero e le organizzazioni sindacali di Umbria e Marche. Una vertenza che risale al 2004, quando coinvolse 1250 dipendenti dello stabilimento di Colle e 1450 di Fabriano, che lavoravano per la Antonio Merloni. Ammortizzatori sociali, cassa integrazione, investimenti per accordi di programma, non sono serviti a scongiurare il licenziamento per i pochi lavoratori rimasti dopo la l’Amministrazione straordinaria del 2008, la cessione poca fortunata all’imprenditore Giovanni Porcarelli in J.P. Industries nel 2012 e all’ultima esperienza nata sulle ceneri dell’Ex Merloni, la Indelfab. Una battaglia sindacale lunga anni durante i quali si è cercato di sostenere le famiglie della fascia appenninica, gravemente colpite dalla crisi economica del 2008.
Fallimento politico, istituzionale e dell’imprenditoria
“Un fallimento delle istituzioni, della politica, dell’imprenditoria, non certo dei lavoratori che in questi anni hanno provato in ogni mondo e con ogni sacrificio a mantenere aperta una speranza di futuro per un’azienda storica e fondamentale per il territorio della fascia appenninica, come la ex Antonio Merloni”. Ad affermarlo è Marco Bizzarri, segretario generale della Fiom Cgil di Perugia, nel giorno in cui i 240 addetti Indelfab dello stabilimento di Colle di Nocera, così come i loro colleghi marchigiani di Fabriano, escono definitivamente dal perimetro aziendale e diventano disoccupati. “È davvero grave che in tutti questi anni e avendo speso ingenti risorse pubbliche sia per gli ammortizzatori che per ipotetici accordi di programma – continua Bizzarri – non si sia riusciti a disegnare un futuro occupazionale e produttivo in questo territorio, dove meno di 20 anni fa quasi 2000 persone vivevano di industria e lavoro. Ma la sconfitta di oggi non può e non deve rappresentare un disimpegno, di certo non lo rappresenta per la Fiom – conclude Bizzarri – Le istituzioni locali, regionali, nazionali devono farsi carico di non abbandonare la fascia appenninica al suo destino di spopolamento e impoverimento, sfidando l’imprenditoria, se c’è, a investire e scommettere su un territorio che ha ampiamente dimostrato in passato di poter essere protagonista di sviluppo e crescita economica”. “È la fine di un’epoca – aggiunge Luciano Recchioni, storico delegato Merloni per la Fiom Cgil – si sono succeduti governi, amministrazioni e imprenditori, ma tutto è rimasto fermo. Oggi ci ritroviamo con lo stabilimento deserto, solo la parte della mensa, che è stata venduta, sarà riconvertita. La situazione è drammatica, perché molti lavoratori avranno difficoltà a trovare una nuova occupazione con effetti che rischiano di essere spaventosi sullo spopolamento del territorio della fascia appenninica. Ecco perché questo territorio non può essere lasciato solo”.