Covid, l’Umbria chiede a Figliuolo 88 sanitari per la campagna vaccinale
Written by Annalisa Marzano on 02/12/2021
Covid, l’Umbria chiede a Figliuolo 88 sanitari per la campagna vaccinale
Sgalla, Cgil Umbria: "Troppo pochi e troppo tardi". La richiesta di chiarimento sulle 1500 nuove assunzioni promesse
02/12/2021
La Regione Umbria chiede al Commissario nazionale per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, nuovo personale sanitario da destinare ai punti vaccinali contro il Covid, ma la Cgil dell’Umbria è critica.
La richiesta a Figliuolo
“Continuare a garantire le cure e non distrarre altro personale per allargare gli orari delle vaccinazioni anti-Covid”. È il fine ultimo dietro la richiesta avanzata dalla Regione a Figliulo, resa nota dall’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, di 88 operatori medici e sanitari, al fine, si legge in una nota di Palazzo Donini, “di poter garantire l’adeguato proseguimento della campagna vaccinazioni anti-Covid, fino al 31 luglio 2022. “Con questa soluzione – spiega Coletto – si eviterà di distaccare personale delle aziende sanitarie, mantenendolo impegnato nell’erogazione di prestazioni ospedaliere e ambulatoriali, in modo da non incidere ulteriormente sulle liste di attesa”. La richiesta, avanzata dal Commissario regionale all’emergenza Covid Massimo D’Angelo, prevede il reclutamento di 38 medici, 48 infermieri e 2 assistenti sanitari, da destinare ai punti vaccinali territoriali con l’obiettivo di continuare a garantire l’apertura dei centri per l’intera giornata e 7 giorni su 7.
La riposta della Cgil Umbria
Una richiesta che non è andata giù alla Cgil dell’Umbria che aspetta ancora le 1500 assunzioni a tempo indeterminato promesse a inizio 2021. “Apprendiamo che l’assessore Coletto è alla ricerca di 88 medici e infermieri per l’Umbria, troppo pochi e troppo tardi – commenta il segretario regionale della Cgil Vincenzo Sgalla che affonda contro l’assessore Coletto. “La realtà è che prima di tutto a questa Regione servono un assessore e una dirigenza capaci di governare e difendere il nostro sistema sanitario pubblico, che è purtroppo allo sbando”. Per il sindacato, resta cruciale il nodo delle nuove assunzioni promesse per far fronte all’emergenza sanitaria. “All’assessore, che ora cerca di mettere delle toppe rivolgendosi al governo nazionale, andrebbe chiesto che fine hanno fatto quelle 1500 nuove assunzioni a tempo indeterminato promesse all’inizio del 2021, anno che volge ormai al termine. Ci dica la Regione con esattezza quante ne sono state fatte. Perché la politica degli annunci e delle promesse a vuoto è una politica malata – conclude Sgalla – e la nostra regione, in questa fase così decisiva per il suo futuro, ha bisogno al contrario di una politica sana e capace”.