Lunedì 13 febbraio, nel carcere di Capanne a Perugia, è stato appiccato un incendio. Un detenuto ha dato fuoco a un materasso, un tavolo e due sgabelli in corridoio. Circa 45 reclusi della sezione sono stati costretti ed evacuare. Quattro agenti della polizia penitenziaria hanno avuto bisogno, dopo le operazioni di spegnimento dell’incendio e di sgombero della zona, dell’intervento del Pronto soccorso di Perugia. Con pochi giorni di prognosi tutti i poliziotti sono poi stati dimessi.

È la prima volta che succedono fatti simili? Purtroppo no. Le cronache regionali sono piene di fatti simili, accaduti negli ultimi mesi. A fine gennaio, nel carcere di Spoleto, un detenuto ha aggredito tre agenti di polizia penitenziaria finiti al pronto soccorso. Nel mese di febbraio, al carcere di Capanne a Perugia, due agenti sono stati aggrediti da un detenuto con problemi psichiatrici. Il fatto è accaduto quasi in concomitanza con il suicidio di un detenuto nel carcere di Sabbione a Terni.

Ancora a febbraio ed ancora a Terni un detenuto nordafricano, già responsabile di gravi episodi violenti durante la detenzione, si è opposto al suo trasferimento scagliandosi con violenza contro le unità di polizia di scorta, provocando ferite e lesioni gravi a diversi agenti. Di nuovo a Perugia, solo poche settimane fa, due detenuti stranieri, dopo avere sradicato la porta delle celle hanno dato vita ad una violenta protesta maneggiando lamette modificate, con diversi poliziotti rimasti contusi.

L’intervento di Bonino ad Umbria Radio

“Ci siamo chiesti se ha senso continuare a mandare costantemente i nostri comunicati, nonostante il tenore delle notizie. Noi non possiamo però smettere di dimenticare il mondo delle carceri“. Così ha esordito Bonino, segretario del Sappe, intervenuto nel programma FreakOut di UmbriaRadio. Il sistema regionale delle carceri non gode di buona salute, come dimostrano le notizie di cronaca. Primo problema su tutti: mancanza di organico e di competenze nella gestione di detenuti con problemi psichiatrici. “Abbiamo una carenza enorme di personale – ha spiegato Fabrizio Bonino – ed il corpo penitenziario non ha le competenze necessarie alla gestione dei detenuti che con problemi psichiatrici, che sono in costante aumento”.

Da dove sono iniziati i problemi? Bonino non ha dubbi. Nel 2015 il Provveditorato regionale è stato accorpato con quello della Toscana, per problemi di economicità. Da questo momento in poi gli istituti penitenziari sono uniti, nella gestione, a quelli toscani. Minor attenzione, monitoraggio quasi inesistente e difficoltà di gestione di tutti gli istituti penitenziari: questo è il risultato secondo Bonino.

La soluzione a detta del segretario del Sappe? C’è bisogno di non dimenticare mai il mondo delle carceri. C’è poi bisogno di intervenire concretamente affinché nessun poliziotto sia vittima innocente e ogni detenuto, anche con problemi psichiatrici, possa far riferimento su del personale penitenziario competente.

Martino Tosti.

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