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Città di Castello, cooperativa ‘Ceramiche Noi’ raddoppia i lavoratori

Written by on 27/10/2021

Città di Castello, cooperativa ‘Ceramiche Noi’ raddoppia i lavoratori

Da azienda in crisi, in due anni e un investimento di 180 mila euro, passano da 11 a 22 dipendenti

27/10/2021

I lavoratori di 'Ceramiche Noi'

I lavoratori di 'Ceramiche Noi'

Una storia di rinascita a Città di Castello dove un’azienda in crisi viene trasformata in una cooperativa, ‘Ceramiche Noi’, che in due anni di attività e un investimento di 180 mila euro, riesce a raddoppiare la forza lavoro passando da 11 a 22 dipendenti a tempo indeterminato. Il racconto dell’avventura dei lavoratori durante il convegno ‘Fare insieme è fare in grande’, organizzato in Comune dalla stessa cooperativa, eccellenza artigianale del made in Italy specializzata nelle ceramiche da tavola.

Il convegno a Città di Castello

“Abbiamo comunicato ai nostri dipendenti, a scadenza di contratto, che diventeranno lavoratori a tempo indeterminato perché siamo cresciuti anche grazie a loro. Si sono integrati, sono diventati parte della famiglia ed è giusto continuare a crescere insieme. Da 11, siamo diventati 22. Abbiamo raddoppiando la nostra forza in due anni di attività”. È quanto ha annunciato Marco Brozzi, presidente della cooperativa ‘Ceramiche Noi’ di Città di Castello, nel corso di un convegno che si è svolto in Comune. ‘Fare insieme è fare in grande’ il titolo dell’incontro, che ha riunito diversi attori per esplorare le strategie della  ripartenza post pandemica. Il convegno è stato organizzato dalla stessa cooperativa, eccellenza artigianale del made in Italy specializzata nelle ceramiche da tavola, e Gruppo DigiTouch, Cloud Marketing Company quotata sul mercato Aim Italia, in collaborazione con Legacoop Umbria, Confimi Industria ed il Comune di Città di Castello. Molti gli argomenti trattati: lo sviluppo di nuovi modelli di business che possano poi portare innanzitutto trasformazioni culturali, un approccio orientato ad interazioni efficaci e valoriali, sia nel mondo fisico che in quello digitale, valorizzazione asset e competenze tecnologiche con un focus su attività di ricerca e sviluppo.

Un’esperienza di workers buyout

“Fortunatamente – ha spiegato Lorenzo Giornelli responsabile commerciale di ‘Ceramiche Noi’ – vediamo il futuro abbastanza roseo e promettente. Stiamo tentando l’apertura di nuovi mercati, e stiamo tentando di riprendere clienti che purtroppo avevano risentito maggiormente dalla pandemia, ma che stanno avendo dei programmi molto interessanti di rilancio. Speriamo che sia soltanto l’inizio di una nuova grande avventura”. Sono venuti fuori dalla tavola rotonda degli spunti interessanti e tre driver strategici per puntare sulla ripartenza. Innanzitutto la condivisione di valori: etica, rispetto, trasparenza e integrazione. Poi la componente di ‘innovazione’ che ha a che fare sicuramente con la tecnologia, e come terzo aspetto la formazione. La necessità, quindi, soprattutto dopo il Covid di riformarsi culturalmente attraverso una formazione continua e sempre più profonda rispetto al mondo digitale e a quello fisico. Centrale è stata nel dibattito, la prospettiva di rilancio aziendale attraverso lo strumento dei workers buyout. Quello che permette ai dipendenti di ‘riprendersi’ un’azienda in crisi e che per Ceramiche Noi è stato motivo di rilancio. Ha aperto l’evento il neo sindaco di Città di Castello Luca  Secondi, alla sua prima apparizione nella sala consiliare. “La stabilizzazione dei dipendenti annunciata, è stato un messaggio bellissimo. Ha offerto alla città un segnale forte, chi scommette nel futuro con capacità e competenza poi i risultati li ottiene. Spero diventi un monito che altre realtà possano emulare. Scommettendo sul futuro a Città di Castello si riesce”.

La storia della cooperativa

‘Ceramiche Noi’, ricorda un suo comunicato, è nata dopo che agli operai di Ceramisia di Città di Castello era stata comunicata la delocalizzazione in Armenia ad agosto 2019. Dopo i primi attimi di sconforto, messi di fronte alla possibilità di perdere il lavoro hanno deciso di investire nel proprio futuro e nel futuro del territorio. Si sono uniti in cooperativa ed hanno fondato ‘Ceramica Noi’, investendo 180 mila euro, acquistando i macchinari utilizzati dalla vecchia proprietà e affittando il capannone. ‘Tutti per uno un sogno per tutti’ recita lo slogan impresso sulla pelle con un tatuaggio dei dipendenti che adesso acquista un significato maggiore, diventando il tratto distintivo di chi ce l’ha fatta. Undici artigiani che in pochi mesi sono riusciti a rimettere in moto il business, riconquistando alcuni dei precedenti clienti e conquistandone nuovi sul mercato. Oggi è una realtà in crescita che offre lavoro a 22 dipendenti con un bacino clienti esteso su quattro continenti.


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