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8 marzo: l’Umbria, tra impegno e riflessione, non dimentica le donne

Written by on 08/03/2022

8 marzo: l’Umbria, tra impegno e riflessione, non dimentica le donne

In occasione della Giornata internazionale a loro dedicata, un appello contro ogni forma di violenza

08/03/2022

diritti delle donne

La mimosa, simbolo dell'Otto marzo, Giornata internazionale della donna

Otto marzo, l’Umbria festeggia e non dimentica le donne, in occasione della Giornata internazionale a loro dedicata.

“Il ruolo della donna nella nostra società, le difficoltà a trovare terreno fertile per affermarsi professionalmente, la tutela dai soprusi fisici e psicologici, l’ottenimento di una vera parità. Sono molteplici le tematiche che riguardano la donna, tematiche che in una giornata come quella di oggi sono al centro del palcoscenico, ma che è necessario siano il fulcro del dibattito e dell’azione quotidiana di tutti noi perché solo con il costante impegno comune, ognuno nel proprio ruolo, si creano i presupposti, culturali e materiali, affinché le donne possano far coesistere al meglio la vita privata con quella professionale e possano ottenere una vera pari dignità di genere”.

È quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei.

“Non dobbiamo mai dimenticare la strada fatta e le conquiste ottenute -prosegue- ma dobbiamo altrettanto essere consapevoli del maggiore sforzo che spesso le donne devono fare per ottenere le stesse opportunità e considerazione degli uomini. Non è una lotta di contrapposizione di genere, ma il riconoscimento di un diritto sacrosanto in una società che possa considerarsi evoluta e civile.

In questa giornata -conclude la presidente-un pensiero non può che andare alle donne che nel mondo vivono situazione estremamente difficili e violente, come ad esempio le donne ucraine, le donne afghane e tutte coloro che vivono in realtà dove anche i diritti universali e fondamentali vengono calpestati quotidianamente”.

Non è un 8 marzo qualsiasi

“Non è un 8 marzo qualsiasi, non può essere un 8 marzo solo di festa o di celebrazione delle donne. Perché vicino a noi, in Ucraina, si sta combattendo una guerra, si sta seminando morte, si sta provocando distruzione”.

Così, si apre il messaggio che la presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti, ha scritto in occasione della Giornata internazionale della donna.

“Una ricorrenza, in cui non dimentichiamo di garantire la promozione di un’effettiva parità uomo-donna e l’attività di controllo e contrasto dei fenomeni discriminatori. L’8 marzo è nato per ricordare le lotte sociali e politiche che le donne hanno dovuto affrontare affinché la loro voce venisse ascoltata e la loro posizione fosse parificata agli uomini.

Di strada, purtroppo ce n’è ancora da fare per una reale parità tra uomo e donna e questo lo si può evincere dalla scarsità di donne in ruoli istituzionali e apicali. Ma questo non deve demoralizzarci, anzi ci deve spingere non a invocare sterilmente una parità sulla carta con gli uomini ma a pretendere che le donne abbiano le stesse condizioni degli uomini. Noi donne siamo abituate a sacrificarci con determinazione e  capacità, non chiederemo mai di essere favorite perché per noi il merito viene prima di tutto e di tutti, ma chiederemo, questo sì, di non essere penalizzate. E che l’8 marzo sia ricordato tutti i giorni dell’anno”.

Una festa con un velo di tristezza

“E’ impossibile pensare a questo 8 marzo senza un velo di tristezza – dice Alessia Tasso, coordinatrice della Consulta Pari Opportunità di Anci Umbria- Veniamo da un periodo molto difficile caratterizzato dalla pandemia e dalla crisi sanitaria che, come tutte le crisi, ha particolarmente colpito le categorie più fragili della nostra società, restituendoci un quadro delle disuguaglianze che non accenna a diminuire. Pensiamo ai bambini e agli adolescenti che hanno sofferto di forti limitazioni in una fase della vita in cui si misura il mondo attraverso la socialità, e pensiamo soprattutto alle donne, spesso dedicate ai ruoli di cura, di gestione della famiglia e delle piattaforme scolastiche e in alcuni casi, come abbiamo visto, drammaticamente costrette ad una forzosa vicinanza con compagni violenti.

E se dal punto di vista sanitario e di ritorno alla socialità -prosegue- la situazione sembra migliorare, non possiamo non rivolgere un pensiero a tutte le donne vittime di questa guerra, che angosciate e terrorizzate, si trovano a dover accudire e rassicurare, a scegliere, scappando, cosa salvare e cosa lasciare per sempre, alle donne che da anni vivono e lavorano nelle nostre comunità, con l’afflizione di sapere la propria famiglia in pericolo a migliaia di chilometri di distanza. Le donne, russe ed ucraine, entrambe grandi assenti dai tavoli dove si decide la guerra, ma sempre in prima linea dove se ne sentono e subiscono le tragiche conseguenze.

Madri, mogli, sorelle, amiche, a tutte voglio dedicare questo 8 marzo e inviare un incoraggiamento virtuale, con la consapevolezza che i Comuni dell’Umbria e tante cittadine e cittadini solidali, si stanno mobilitando per non far mancare loro il sostegno e  l’accoglienza.

Queste due crisi ci hanno restituito una visione minuziosa del peso che portano le donne e della loro forza -conclude la coordinatrice della Consulta Pari Opportunità di Anci Umbria- e sta a noi, fuori dall’emergenza sanitaria e speriamo presto, da questo conflitto, non smettere di lavorare ad adeguati strumenti di supporto che ci aiutino ad avere un ruolo attivo reale e non demagogico e numerico”.

 


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