Sono stati liberati in natura dai carabinieri forestali di Campello sul Clitunno, 254 esemplari di tordo bottaccio strappati alla vita selvatica e destinati al commercio illegale di richiami vivi per attività di caccia. Coordinati dalla Procura di Spoleto, i carabinieri di Gualdo Cattaneo e i colleghi della forestale, hanno liberato gli esemplari sequestrati nei giorni scorsi. Gli uccelli erano privi dell’anello identificativo e provenivano da cattura illegale in natura. All’interno di sette trasportini artigianali in legno, suddivisi in piccole celle, sono stati trovati nel vano di un furgone guidato da un 40enne perugino e destinati al commercio illegale di richiami vivi per attività di caccia. Nati liberi, strappati alla vita selvatica, obbligati alla assoluta impossibilità del volo, sono tornati liberi nelle campagne umbre 254 esemplari, quelli che sono sopravvissuti grazie alle cure del medico veterinario Asl Umbria 2. Alcuni uccelli, 18, sono morti durante il viaggio per le crudeli condizioni in cui erano detenuti e in 98 sono morti due giorni dopo il sequestro, “perché gravati da stress acuto – spiegano i militari – per essere stati sottoposti a stimoli avversi, che hanno determinato gravi cambiamenti metabolici e fisiologici con segni di alterazione dello stato sensorio e riluttanza al movimento”. Gli uccelli erano destinati alla cattività e prigionia: “Un destino – si legge nella nota dei carabinieri – che attende ogni anno centinaia di uccelli selvatici, catturati e rinchiusi. Il loro ciclo biologico ed equilibrio psico-fisico viene stravolto, così da perdere il senso dello scorrere delle stagioni”. Una pratica, spiega ancora l’arma, ancora radicata in moltissime regioni italiane, produttiva di gravi sofferenze: “Uno stravolgimento della fisiologia ed etologia di uccelli la cui natura è quella di migratori, di animali che volano, liberi, per migliaia di chilometri ogni anno”.