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Regione, Cardella in commissione d'inchiesta: "In Umbria criminalità non estesa"

Written by on 17/03/2017

Regione, Cardella in commissione d'inchiesta: "In Umbria criminalità non estesa"

17/03/2017

PERUGIA – ”Non ci sono segni in Umbria di una radicalizzazione sul territorio della criminalità organizzata”. Sono state queste le parole del procuratore generale della Repubblica Fausto Cardella durante l’audizione di fronte alla Commissione d’inchiesta ‘Analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossico-dipendenze, sicurezza e qualità della vita’ dell’Assemblea legislativa dell’Umbria. Il presidente, Giacomo Leonelli, ha ascoltato il procuratore Cardella per un’analisi dei settori a rischio. Dagli appalti alla ricostruzione post terremoto fino al contrasto alle tossicodipendenze, sono state tante le tematiche affrontate in commissione che ha parlato anche di terrorismo e le sue possibili implicazioni. Il rischio reale per la nostra regione, secondo quanto spiegato da Cardella, è quello del riciclaggio di denaro sporco, l’infiltrazione di interessi e di un modo di pensare che può trovare spazio fra le difficoltà degli imprenditori dovute alla crisi economica. La prima prevenzione è l’individuazione dei settori a rischio, cioè quelli dove “vanno i soldi” e, per il procuratore Cardella, “il ruolo dell’ente pubblico può essere rilevante quando c’è da capire perché un’impresa accetta di sostenere anche costi che non sono remunerativi e mettendo fuori mercato le imprese sane”.
Dati in miglioramento I numeri in Umbria però sono migliorati. “Perugia – ha spiegato il procuratore – non è più crocevia dello spaccio, anche se permane l’attività di gruppi di albanesi e nigeriani che gestiscono questo ‘mercato’. Sono calati i morti per overdose e si registra una flessione anche sui reati di strada, come furti e rapine, grazie anche un ottimo servizio che viene svolto dalle forze dell’ordine. Non vi sono dati per quanto riguarda i reati contro la Pubblica amministrazione perché la cifra è sommersa, né corrotti né corruttori denunciano ciò che manderebbe in galera entrambi”. Per quanto concerne il terrorismo, “vi sono due tipi di minaccia – ha detto Cardella -: quella sugli obiettivi sensibili, che non si limitano ad Assisi, per cui sono state prese misure che sono a metà fra discrezione e efficienza. Non c’è invece difesa nei confronti del radicalizzato, del disadattato che con fanatismo o eccessi religiosi evidenzia il suo stato di disadattato, più difficile da valutare. Tuttavia non ci sono allarmi specifici di questo tipo”. Leonelli, ha annunciato l’impegno dell’ente pubblico nel fare quanto possibile e di competenza per far emergere le problematiche, anche confrontandosi con le associazioni di categoria che dispongono di dati relativi all’attività delle imprese che nemmeno la Procura conosce, se non quando emergono fatti illeciti. Ipotizzata la calendarizzazione di audizioni specifiche.


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