Panicale, sequestrati a imprenditore beni e soldi per 860 mila euro
Dopo la condanna per aver rubato nella villa di cui era custode, l'indagine sui movimenti finanziari
14/09/2023
Una pattuglia della Guardia di finanza
Sequestro preventivo per un valore di 860 mila euro, è quello che è scattato a carico del rappresentante legale di due società di Panicale, operanti formalmente nel settore agricolo, indagato per reati fallimentari, tributari e autoriciclaggio. Le indagini erano iniziate nel 2016 quando l’imprenditore era custode della residenza di pregio di Villa Mongiovino del XVII secolo. Nel 2022 venne condannato perché accusato di aver rubato alcuni beni mobili della dimora storica, tra cui una campana in bronzo risalente al ‘500 e attribuita al maestro Crescimbene di Perugia, consegnata a un antiquario in conto vendita, poi recuperata e consegnata alla Galleria Nazionale dell’Umbria. A seguito di quella indagine, nel 2018, la Guardia di Finanza ha iniziato alcuni accertamenti in ordine alla provenienza del denaro con cui l’indagato avrebbe comprato un appartamento a Perugia, intestato formalmente alla figlia. Dall’esame preliminare della documentazione bancaria – “pur non rilevandosi elementi sufficienti a dimostrare che l’acquisito fosse avvenuto con i proventi (illeciti) della vendita dei beni mobili sottratti dalla villa” si legge nel comunicato della Procura di Perugia – sono emerse anomalie ed ingenti movimentazioni finanziarie (prelievi in contanti, bonifici, investimenti in polizze vita) dai conti delle società risultate, tra l’altro, inattive, in totale stato di abbandono ed inadempienti rispetto agli obblighi tributari. I successivi approfondimenti, concentrati sulle operazioni di cessione dei terreni delle due società, hanno consentito di accertare che non era mai stata svolta alcun tipo di attività agraria e che, quindi, non era possibile inquadrare tali beni immobili come “strumentali” all’esercizio di impresa agricola e beneficiare del regime privilegiato di tassazione su base catastale. I finanzieri hanno accertato che le compravendite immobiliari erano state compiute svuotando le casse delle società, provocandone il dissesto finanziario. Con questi soldi, oltre a comprare polizze per tutta la famiglia, aveva anche comprato un ristorante e costruito un trust in cui far confluire altri immobili. Il giudice ha verificato come le società fossero impossibilitate a pagare allo Stato quanto dovuto, per cui ha disposto il sequestro di beni, di conti e polizze. Il fallimento richiesto e ottenuto dal Pm risale al mese di settembre del 2022 con la successiva contestazione dei reati fallimentari. Gli vengono contestate la bancarotta fraudolenta e la sottrazione fraudolenta.