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Norcia,monsignor Boccardo celebra S.Benedetto Patrono d’Europa

Written by on 12/07/2020

Norcia,monsignor Boccardo celebra S.Benedetto Patrono d’Europa

12/07/2020

Monsignor Renato Boccardo, nel corso della Santa Messa in ricordo di San Benedetto

NORCIA- Il 21 marzo generalmente a Norcia è festa grande per San Benedetto, nel giorno in cui si ricorda la sua morte. Ma quest’anno per via del confinamento a causa del Corona Virus la festa non si è tenuta. E allora l’11 luglio, data in cui si celebra Benedetto quale patrono d’Europa, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo ha celebrato la Messa nel Centro di Comunità della Madonna delle Grazie della città natale del Santo. Col Presule hanno concelebrato don Marco Rufini e don Davide Tononi (rispettivamente parroco moderatore e parroco il solido di Norcia), don Dario Dell’Orso e don Antonio Diotallevi (rispettivamente rettore emerito della Basilica di San Benedetto e parroco emerito di Norcia). Era presente il sindaco della Città Nicola Alemanno.

All’inizio della celebrazione monsignor Boccardo ha detto

“Siamo qui come in una festa di famiglia, separati ma non distanti a causa del Covid-19. Ricordare San Benedetto quale modello da imitare è importante anche in questo tempo difficile della pandemia. Chiediamo al nostro Santo di aiutarci a vivere meglio insieme, affinché anche il tempo della prova possa essere ricco di sapienza e di vita”.

Nell’omelia nel corso della Santa Messa, poi l’Arcivescovo ha ricordato come San Benedetto si sia trovato in una situazione di grande confusione con l’Italia invasa dai barbari, l’Impero Romano decaduto e decadente e tutti i valori in crisi.

“Lui ebbe il coraggio di scegliere con determinazione uno stile di vita che non era alla moda, per il quale non si è preoccupato di avere l’approvazione dell’opinione pubblica. Ha scelto con radicalità una vita diversa: saggiamente ignorante e sapientemente incolto, come ci ricorda San Gregorio Magno. E non si tratta dell’elogio dell’ignoranza -ha ribadito il Presule- ma di un modo per dire che i criteri ai quali si ispirava Benedetto non erano quelli del suo tempo (ignorante dei costumi delle persone), tanto che la sua incultura è diventata sapienza e la sua vita feconda di frutti e noi dopo secoli siamo ancora qui a parlare di lui. San Benedetto dalla società dove viveva si è voluto allontanare per non essere distratto da ciò che era essenziale, alla ricerca delle cose belle che danno senso alla vita.  E per far questo ha dovuto “scavare” nella propria coscienza”.

Da qui il parallelismo fatto dall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, con le campane riemerse dalle macerie della Basilica di San Benedetto qualche giorno fa.

“Per ritrovare le campane si è dovuto scavare, in quanto dalla superfice non si vedevano. Poi proprio ieri (10 luglio 2020) è emerso con maggiore chiarezza rispetto al 2017 un affresco medievale raffigurante la Madonna con Bambino, San Benedetto e un altro Santo. Questo ci dice che le cose belle sono nascoste e che per trovarle bisogna faticare. L’insegnamento è: l’apparenza non basta, non ci dobbiamo stancare di scavare, di andare dentro agli avvenimenti della vita perché è lì che le cose belle sono nascoste. E ciò vale anche per noi. San Benedetto dunque ci dice: non perdete la speranza. E un piccolo segno di speranza è che dal prossimo 4 ottobre quattro suore, di quattro diversi Istituti Francescani, vivranno a Norcia per stare con la gente, per condividere la vita delle persone di questa vallata, offrendo gesti e parole di consolazione e conforto. Una bella notizia -ha concluso- che mi piace condividere con voi nel giorno della Festa di San Benedetto”.


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