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In tanti alla marcia di Assisi per chiedere la pace in Medio Oriente

Written by on 11/12/2023

In tanti alla marcia di Assisi per chiedere la pace in Medio Oriente

Al corteo Schlein e Landini. Al termine esposti tanti cartelli neri con la scritta: 'Cessate il fuoco'

11/12/2023

Un grande drappo con i colori dell’iride simbolo della pace ha aperto domenica il lungo corteo della marcia straordinaria da Santa Maria degli Angeli alla Basilica di San Francesco, ad Assisi. Più indietro una bandiera della Palestina insieme a tante altre con i colori arcobaleno mentre non si sono viste quelle di Israele. Un lungo serpentone che ha marciato senza particolari slogan lungo l’ultimo tratto di quello che è il tradizione percorso della marcia della pace che si avvia da Perugia. Prima della partenza gli appelli “perché le armi tacciano”. “Il nostro è un grido di pace”, ha detto Flavio Lotti, il coordinatore della Tavola per la pace Perugia-Assisi. “Chiediamo che venga riconosciuto lo stato di Palestina”, ha aggiunto. Al corteo, tra gli altri, prendono parte anche la segreteria del Partito democratico Elly Schlein, quello di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.

Anche padre Ibrahim Faltas

Tanti cartelli neri con la scritta “cessate il fuoco” e una piccola bandiera della pace sono stati esposti al termine della marcia della pace straordinaria che si è conclusa in piazza San Francesco ad Assisi. Tra coloro che li hanno mostrati anche padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di terra santa. Una giornata che si è quindi conclusa con una messa nella Basilica Inferiore di San Francesco. C’era anche la segretaria del Pd Elly Schlein alla marcia della pace straordinaria da Santa Maria degli Angeli ad Assisi per “fermare il rischio di un vero e proprio genocidio in Palestina”.

Salvare i civili

“Abbiamo voluto esserci anche noi per ribadire la richiesta di un cessate il fuoco umanitario immediato per quello che sta succedendo a Gaza dove si è già passato il segno” ha detto. “Le vittime civili – ha affermato Schlein – sono in numero inaccettabile e incredibile dall’inizio del conflitto. Tornano a chiedere la liberazione di tutti gli ostaggi, che si fermino i bombardamenti indiscriminati su Gaza che stanno colpendo la popolazione civile. Hamas non è il popolo palestinese e fare questa equazione non è solo un errore ma un favore a questa organizzazione che invece va isolata sia nel popolo palestinese che nel mondo arabo”. Per la leader del Pd “abbiamo bisogno di salvare e proteggere tutti i civili, di pensare al futuro e di far riprendere il percorso di pace in Medio oriente verso la soluzione due popoli e due stati”. “Riconoscendo però – ha detto Schlein – che la situazione era insostenibile per il popolo palestinese anche prima. Perché è sempre mancato un riconoscimento di quello Stato”.

In pace e sicurezza

Secondo la segretaria Pd “anche i palestinesi hanno il diritto a vivere in pace e in sicurezza. L’appello e la mobilitazione oggi servando ad alzare un grido di pace, una voce per la pace che chieda alla comunità internazionale di fare il possibile per il cessate il fuoco perché in questo momento è la necessità assoluta anche per liberare gli ostaggi, proteggere i civili e far arrivare gli aiuti umanitari necessari. Non è giusto e non è accettabile quello che sta accadendo”. Per Schlein “in questo momento bisogna trovare gli interlocutori, sia dal lato palestinese che israeliano per ricostruire la pace”. “Non lo può essere Hamas, un’organizzazione terroristica, ma nemmeno il Governo attuale di Netanyahu che ha esponenti di estrema destra che nemmeno riconoscono la causa palestinese e stanno armando la violenza dei coloni in Giordania” ha concluso.


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