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‘Hibakujumoku’, donato a Perugia dal Giappone un albero della pace

Written by on 20/06/2020

‘Hibakujumoku’, donato a Perugia dal Giappone un albero della pace

20/06/2020

PERUGIA- Hibakujumoku (chiamato A-bombed tree in inglese) è il termine giapponese per indicare un albero che è stato esposto al bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki nel 1945 ed è sopravvissuto oppure ha rigermogliato dalle medesime radici. In Italia da alcuni anni l’Associazione Mondo senza Guerre e senza Violenza-Biodiversità Nonviolenta di Castenedolo in provincia di Brescia, sotto la guida di Tiziana Volta, cura per l’Italia il ricevimento dei semi delle piante rigermogliate dopo l’esplosione del 6 agosto 1945. Dalla primavera di quest’anno, la raccolta dei semi è coordinata per l’Europa dal PEFC Italia, grazie ad un accordo sviluppato da PEFC Italia con il Dipartimento di Scienza Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia, in collaborazione con PEFC Internazionale e Green Legacy Hiroshima, la realtà nata da Unitar (United Nations Istitute for Training and Research), che ha come obiettivo la salvaguardia e la diffusione nel mondo di semi e nuovi nati degli Hibakujumoku. Da questo accordo nasce l’evento in programma sabato 20 giugno, alle ore 17, presso Biblioteca Comunale San Matteo degli Armeni di Perugia, luogo specializzato sui temi della nonviolenza, educazione alla pace, dei diritti umani, del dialogo interculturale e interreligioso. Un momento, organizzato da PEFC Italia e dall’Università degli Studi di Perugia, che intende dare un messaggio di ripartenza e di resilienza, con la stessa forza che hanno avuto questi alberi simbolo, sopravvissuti a una vera catastrofe (l’esplosione della bomba atomica di Hiroshima) e ora rigenerati, ad esempio di speranza per una ripartenza carica di positività.

Un Ginkgo biloba di due anni, donato dall’associazione Mondo senza guerra e senza violenza e germogliato da un seme di una pianta sopravvissuta al bombardamento del 6 agosto 1945 di Hiroshima, verrà messo a dimora su iniziativa del Programme for the Endorsement of Forest Certification (PEFC Italia), associazione internazionale che promuove la gestione sostenibile delle foreste e dell’Università degli Studi di Perugia.

La cerimonia, sarà aperta dall’introduzione del dottor David Grohmann dell’Ateneo perugino ,cui seguirà un momento musicale con il Quintetto d’archi dell’Orchestra da Camera di Perugia. Antonio Brunori, segretario generale di PEFC Italia, illustrerà poi il significato degli alberi di Hiroshima e dell’evento di collocazione del Hibakujumoku a San Matteo degli Armeni, mentre Marco Maovaz, dell’Ateneo di Perugia, farà la relazione sul tema Dagli Armeni al Ginkgo: per una visione della storia locale. Previsti poi i saluti istituzionali di Andrea Romizi, sindaco di Perugia, del professor Maurizio Oliviero, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Carlo Pagnotta, direttore artistico di Umbria Jazz, Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria.

“L’iniziativa intende dare un messaggio di ripartenza e di resilienza, con la stessa forza che hanno avuto questi alberi simbolo, sopravvissuti a una vera catastrofe e ora rigenerati ad esempio di speranza per una ripartenza carica di positività -spiega Antonio Brunori, segretario generale di PEFC Italia-. La pandemia da cui stiamo lentamente uscendo è accaduta per la degradazione dell’ambiente naturale in Sudest Asia; desideriamo quindi mettere al centro dell’attenzione di questo evento che non possiamo permetterci di continuare ad usare la nostra tecnologia ed intelletto contro la Natura e contro l’Uomo, con risultati evidenti nel 1945 con la bomba atomica e come sta accadendo adesso con il Cambiamento climatico. Il PEFC Italia e l’Associazione Mondo senza Guerre e senza Violenza propongono come testimonial gli Hibakujumoku, veri Alberi della pace come testimoni di capacità di ripresa e di rigenerazione, ma anche come elemento di riflessione per due visioni dello stesso episodio: il pericolo rappresentato dalle armi di distruzione di massa, e il carattere sacro dell’umanità e della Natura. Ogni anno verranno affidati questi speciali Alberi di Pace dopo un’attenta selezione da parte di una particolare commissione delle varie richieste di affidamento ricevute. La Pace va coltiva giorno dopo giorno, come questi preziosi Testimoni ci insegnano”.

“Abbiamo deciso di aprire l’intervento musicale con il Quintetto d’archi in Re maggiore di Luigi Boccherini, un’opera vivace, un vero e proprio inno alla vita -spiega Simone Frondini, sovrintendente dell’Orchestra da Camera di Perugia, che si esibirà in quintetto d’archi- che è anche uno dei brani più importanti per il repertorio di questo tipo di formazione. A seguire suoneremo l’Adagio di Barber, un brano intenso e dalla forte spiritualità che è da sempre associato alla commemorazione delle vittime di tutte le guerre, ed è celebre al grande pubblico anche per essere nella colonna sonora del film Platoon di Oliver Stone. Infine, il  verrà proposto l’Allegro dal Triptyque for Strings Orchestra del compositore giapponese Yasushi Akutagawa, autore della celeberrima opera Orpheus in Hiroshima. Da sempre Perugia ha un legame molto forte con il Giappone -prosegue Frondini- e ci piace pensare che un po’ sia merito anche nostro: da anni siamo l’unica Orchestra residente al Kusatsu Music Festival, e nel quintetto d’archi che si esibirà sabato ci saranno tre musiciste giapponesi, che da anni fanno stabilmente parte


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