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Gubbio, i tre Ceri tornano in città pronti per la festa del 15 maggio

Written by on 01/05/2022

Gubbio, i tre Ceri tornano in città pronti per la festa del 15 maggio

Dopo i due anni di stop a causa della pandemia, gli eugubini si preparano a far correre di nuovo le imponenti macchine di legno

01/05/2022

Piazza Grande a Gubbio nel giorno della discesa dei Ceri dal monte Ingino

Dopo due anni di silenzio e di pausa per la pandemia da Covid, gli eugubini sono tornati a portare su braccia e spalle i tre Ceri, custoditi nella basilica di Sant’Ubaldo. Un momento che l’intera città di Gubbio attendeva da tempo. 

Sulla cima del monte Ingino

Come di consueto, la prima domenica di maggio tanti eugubini sono saliti sulla cima del monte Ingino per la messa celebrata dal cappellano della festa dei Ceri, don Mirko Orsini. 

“Trovare qui così tanta gente, dopo due anni di silenzio ‘assordante’ – ha detto il sacerdote – è davvero emozionante. Godiamoci insieme questa bella giornata che ci permette di riprendere i Ceri che hanno sostato per un tempo così lungo accanto al nostro amato sant’Ubaldo”. 

La festa eugubina ha le sue origini proprio alla vigilia della morte del patrono e protettore della città di Gubbio, anche se affonda le sue radici anche nei riti propiziatori pre-cristiani e in particolare nella civiltà degli antichi Umbri. Caratteri che si ritrovano ancora oggi, dopo millenni, nel coniugare insieme elementi sacri e profani. 

“Fate bene questa festa dei Ceri per tornare a me, sembra dirci oggi sant’Ubaldo – ha detto don Orsini nella sua omelia – e che sia una festa nuova, da risorti e in onore del patrono. Cioè da vivere nella gioia e nel rispetto. Abbiamo grandi responsabilità: prima fra tutte di tramandare la festa dei Ceri grandi, ma anche quelle dei Ceri mezzani e dei Ceri piccoli, perché ci sono ragazzi e bambini che non la vivono da tempo e, i più piccoli, non sanno nemmeno cosa sia questa tradizione in onore di sant’Ubaldo”. 

La discesa verso la “città di pietra”

Al termine della celebrazione in basilica, ecco l’esplosione di gioia e di canti attesa dal 15 maggio del 2019, quando i tre Ceri erano risaliti sulla vetta del monte Ingino dopo l’ultima festa. Un “fiume” di eugubini ha riportato le tre macchine lignee – ottocentesche quelle che corrono oggi – lungo gli “stradoni” del monte fino alle mura cittadine. Al gruppo dei tamburini partito dalla basilica si è aggiunta la banda comunale cittadina e i tre Ceri hanno sfilato per le vie e le piazze eugubine seguendo al contrario il percorso che faranno nella corsa del 15 maggio. 

Le “girate” in piazza Grande

L’arrivo in piazza Grande, il luogo dell’“alzata” nel giorno della festa, poi le tre girate intorno al gonfalone e infine l’ingresso nell’immensa sala dell’Arengo del palazzo dei Consoli. Piccoli grandi riti che tornano a compiersi, dopo il lungo “digiuno” causato dalla pandemia, che ha comunque condizionato anche la giornata di oggi, come sarà per quella del 15 maggio. Niente bambini a cavalcioni dei tre Ceri smontati e in posizione orizzontale, mascherine obbligatorie per tutti, ingresso nel palazzo dei Consoli limitato ai tre ‘capodieci’ che lanceranno le brocche e guideranno la corsa, insieme a pochi altri ceraioli per ognuno dei tre santi. 

In città, nella chiesetta di San Francesco della Pace, il luogo dove restano custoditi per tutto l’anno, ci sono proprio le statue di sant’Ubaldo, san Giorgio e sant’Antonio che attendevano l’arrivo dei tre imponenti piedistalli lignei per tornare a correre – fra due settimane – lungo le vie del medievale centro storico eugubino.


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