La vicinanza
Informare i cittadini
“È fondamentale questa intesa – ha sottolineato Cardella – perché la Fondazione ha l’esigenza di informare i cittadini sul fatto che possono usufruire dei nostri piccoli ma non insignificanti aiuti. Molti non sapevano neanche dell’esistenza di questa istituzione e delle opportunità che offre. L’Arma ha una presenza capillare sul territorio che favorisce la possibilità che la gente si avvicini a questo strumento di aiuto, che non è soltanto materiale ma anche morale”. “La repressione dell’usura in maniera diretta – ha ricordato ancora Cardella – è delegata ad altri organi dello Stato e l’attività della Fondazione è quella di promuovere la prevenzione come metodo di contrasto. C’è anche l’esigenza di favorire l’emersione di un reato che non sempre si denuncia e quando si denuncia lo si fa mal volentieri”.
Aiutare le famiglie
“Prevenzione – ha quindi evidenziato il prefetto – significa in questo caso aiutare famiglie e imprese che si trovano in difficoltà e significa prevenire il radicamento del metodo criminale. La prevenzione è fondamentale per alimentare un clima di fiducia nelle istituzioni attraverso la diffusione della consapevolezza e della conoscenza degli strumenti che consentono a cittadini e imprese in difficoltà di accedere agli aiuti”.
Capacità di ascolto
“Le tre parole che mi hanno colpito – ha poi affermato Sottani – sono state ascolto, fiducia ed emersione del fenomeno. L’usura è un reato nascosto. Spesso non viene denunciata, forse perché chi vi cade si sente colluso ed è qui la differenza fondamentale tra l’usurato e il sovra indebitato, due figure che secondo me non vanno unificate. Il sovra indebitato è quel soggetto che ha una transitoria difficoltà economica su cui c’è una attività di intervento per prevenire che possa cadere nell’usura, mentre l’usurato è un soggetto che spesso su sua volontà si è affidato agli usurai. È qui la difficoltà a denunciare e, soprattutto, l’usurato sa che se denuncia affronterà un processo nel quale gli sarà chiesto perché si è rivolto agli usurai. La capacità di ascolto e di fiducia sta quindi nell’accompagnarli in questa direzione”.
La preoccupazione di Cantone
Per il procuratore di Perugia Raffaele Cantone le indagini per usura nel capoluogo umbro “sono praticamente pari a zero”. “Un dato a mio avviso preoccupante” ha detto in occasione della firma dell’intesa tra carabinieri e la fondazione per la prevenzione di questo fenomeno. “E’ evidente che, potrebbe non esserci l’usura – ha detto Cantone -, ma bisognerebbe chiedersi perché solo l’Umbria non ha questo fenomeno. C’è evidentemente qualche problema che rende difficile l’emersione di questo reato. L’usurato è quasi sempre un soggetto che ha una serie di problematiche sue e spesso non ha nessun interesse a rendere note le vicende che lo riguardano. Io credo che questo sia un tema sul quale occorre interrogarsi dal punto di vista dell’economia, della sociologia, della società e degli strumenti che noi abbiamo. C’è l’esigenza assoluta, netta chiarissima – ha concluso Cantone – che le vicende usuraie vengano portate all’attenzione dell’autorità giudiziaria”.