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Femminicidio, l’Ordine dei giornalisti dell'Umbria si interroga sul fenomeno

Written by on 03/03/2017

Femminicidio, l’Ordine dei giornalisti dell'Umbria si interroga sul fenomeno

03/03/2017

PERUGIA – Sono quasi 7 milioni di donne le vittime in Italia di violenza o di maltrattamenti familiari. 116 quelle che nel 2016 (dato aggiornato al 24 novembre) sono state vittime di femminicidio: 1 ogni 3 giorni. Sono questi i dati emersi dall’incontro organizzato venerdì a Palazzo Cesaroni dall’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria nell’ambito degli incontri per la formazione permanente e continua della categoria. Ad intervenire al dibattito, coordinato dal giornalista Alvaro Fiorucci, sono state Roberta Pompili dell’Associazione Liberamente Donna, che gestisce i centri antiviolenza di Perugia e Terni, la vice presidente del Centro Pari Opportunità dell’Umbria Sonia Berrettini e il magistrato Gemma Miliani.
I numeri Numeri preoccupanti, quelli relativi alla violenza sulle donne nel nostro paese nel quale emerge una cultura della prevaricazione maschile. Il 56% degli uomini è convinto, infatti, che se le donne fossero meno provocanti le violenze sessuali si ridurrebbero in modo drastico. Dello stesso avviso sono anche il 33% delle donne ed il 74% dei giovani, senza distinzione di sesso. Non solo femminicidio, espressione massima della violenza di genere, ma anche maltrattamenti e stalking.
Problema culturale I reati contro le donne sono, negli ultimi anni, sempre più al centro dell’attenzione dei media anche se il fenomeno non è recente. Da sempre, infatti, esiste l’affermazione del possesso dell’uomo sulla donna, ma recente è l’attenzione della società civile e della politica sull’argomento: del 2009, infatti, è la legge sullo stalking, poi modificata nel 2013. Un aumento, invece, si registra dei casi di violenza assistita, ovvero, alla presenza di minori. Un dato da non sottovalutare viste le conseguenze rilevate dai sociologi: i bambini che assistono a episodi di violenza sulle donne, con molta probabilità, saranno portati a ripetere gli stessi atteggiamenti. Anche le bambine che assistono ai maltrattamenti nei confronti delle madri saranno portate a subire la violenza degli uomini. L’attenzione sul tema deriva anche da un sempre maggior numero di donne che denunciano le violenze subite, nella maggior parte dei casi, in famiglia. Nonostante sia aumentata la consapevolezza delle vittime, sono comunque tante le donne che continuano a non denunciare perché dipendenti economicamente dai mariti/compagni, spesso autori della violenza. Alla base di questo disagio, la mancanza di informazione in merito alle molteplici realtà a sostegno delle vittime operate dai centri anti-violenza.
Ruolo dei media La riflessione, oltre che sugli aspetti che determinano la differenza tra un omicidio e un femminicidio, si è concentrata sul ruolo dei media. In una società in cui il problema è ancora la cultura della prevaricazione maschile, sono in primis i giornalisti a dover operare un cambiamento. I temi della violenza, dei maltrattamenti  e del femminicidio devono essere affrontati con particolare attenzione soprattutto ai termini utilizzati.


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