PERUGIA – Potrebbero essere un centinaio gli atti post sisma a rischio di annullamento se venissero confermate le accuse mosse nell’inchiesta della Procura di Ancona che contesta l’esercizio abusivo della professione di ingegnere a un 68enne, ora in pensione: per 35 anni l’uomo, secondo gli investigatori, avrebbe insegnato in scuole di Jesi e Fabriano e svolto attività di ingegnere senza avere mai conseguito il diploma di laurea in ingegneria edile all’Università degli Studi di Ancona nel 1983 di cui depositò una copia “autenticata” . Un diploma che gli inquirenti ritengono sia stato taroccato. L’inchiesta, condotta dal pm Andrea Laurino, è stata eseguita dai carabinieri della Stazione di Camerano coordinati dalla Compagnia di Osimo. Se l’assenza della laurea venisse confermata, come dimostrerebbero i documenti verificati dai carabinieri nelle scuole e nelle università frequentate dal sedicente ingegnere, sarebbe in bilico la validità di numerose schede Aedes per l’agibilità o meno dei fabbricati firmati da Mazzini dopo rilevamenti compiuti a Vallo di Nera (Perugia), Macerata, Cerreto d’ Esi e Ascoli Piceno, ma anche di pratiche edilizie, collaudi e progetti. L’ uomo sostiene invece di aver conseguito la laurea e di poter dimostrare di essere in regola. Da gennaio scorso, su richiesta dello stesso Mazzini, non è più iscritto all’Ordine degli ingegneri di Macerata del quale faceva parte del 1984. Il 7 settembre l’Ordine si riunirà per esaminare la vicenda e decidere eventuali azioni da intraprendere per tutelare l’ immagine della categoria.