
Covid, Umbria unica regione con classificazione rischio alta
Written by enricotribbioli on 29/01/2021
Covid, Umbria unica regione con classificazione rischio alta
La presidente Tesei scrive una lettera ad Anci Umbria, chiedendo di "condividere maggiori misure territoriali temporanee". Nella nostra regione, non vi è nessuna evidenza scientifica su possibili varianti del virus e tanto meno su varianti autoctone. Lo specifica il commissario regionale per la gestione dell’emergenza, Massimo D'Angelo
29/01/2021

Nelle ultime 24 ore in Umbria tornano a scendere i ricoverati nei reparti Covid
PERUGIA- L’Umbria è l’unica Regione che registra una classificazione complessiva di rischio alta, per tre o più settimane consecutive. Lo evidenzia la tabella relativa agli indicatori per la valutazione del rischio allegata al monitoraggio settimanale della cabina di regia. L’indice Rt della Regione, invece, è pari a 0.96 (da 0.9 a 1.02).
Altri dieci ricoverati Covid in più, in tutto quattrocentodue, negli ospedali dell’Umbria, cinquantatre dei quali (uno in meno), in terapia intensiva. E’ questo, il quadro che emerge dai dati pubblicati dalla dashboard del sito della Regione, nell’aggiornamento del 29 gennaio.
La Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha inviato questa mattina una lettera al Presidente regionale dell’Anci, Michele Toniaccini, in cui condivide la situazione epidemiologica umbra e la sua evoluzione. Secondo quanto comunicato dalla Sanità regionale, infatti, mentre da un lato la pressione dovuta al Covid nelle strutture ospedaliere è attualmente sotto controllo, anche grazie alle iniziative di rafforzamento messe in campo dalla Regione negli ultimi mesi, dall’altro lato si registra una situazione di diffusione del virus particolarmente difforme nelle due provincie e puntiforme all’interno delle stesse.
Per tale motivo, già sentito il Prefetto di Perugia Armando Gradone, la Presidente Tesei sollecita l’Anci Umbria, nello spirito di una leale e fattiva collaborazione, ad una immediata valutazione insieme ai Sindaci dei territori in cui vi è una elevata incidenza di casi settimanali al fine di individuare una serie di iniziative territoriali temporanee, in aggiunta alle limitazioni regionali e nell’ottica del perseguimento del principio di massima precauzione, allo scopo di ridurre le occasioni di contagio. Il tutto nell’auspicio di trovare una risposta condivisa dei Comuni maggiormente interessati, pur nell’autonomia di valutazione dei Sindaci, e, ovviamente, fermo restando la massima collaborazione delle Asl locali, del Commissario all’emergenza Covid e della Sanità regionale tutta.
Intanto, in Umbria, così come sta avvenendo in altre regioni, si vuole procedere a sequenziare il virus Sars-Cov 2 per verificarne le caratteristiche: lo specifica il Commissario regionale per la gestione dell’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, chiarendo che, al momento, sul territorio regionale non vi è nessuna evidenza scientifica su possibili varianti del virus e tanto meno su varianti autoctone.
“Il sequenziamento del virus sul territorio regionale -ha spiegato D’Angelo– permetterà di avere a disposizione ulteriori dati oggettivi per interpretare anche le cause per cui l’infezione virale tende a diffondersi in alcune aree e, di conseguenza, valutare le misure opportune”.