Garantito ai privati
Le successive indagini, del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Perugia attraverso la “puntuale” ricostruzione dei rapporti economici e dei flussi finanziari hanno definito il modus operandi con cui il dipendente pubblico, secondo l’accusa, avrebbe messo “stabilmente a disposizione” di soggetti privati la sua funzione ed i suoi poteri. Gli inquirenti ritengono che da una parte, avrebbe garantito ai privati il proprio apporto professionale per la redazione degli atti tecnico-progettuali, dall’altra, come “istruttore” dei conseguenti procedimenti amministrativi incardinati presso il “Servizio sostenibilità ambientali, valutazione e autorizzazioni ambientali” della Regione, avrebbe consentito agli stesi di concludere favorevolmente ed in tempi rapidi i procedimenti amministrativi avviati.
Centomila euro
Le illecite dazioni, di volta in volta pattuite e quantificate, dal 2014 al 2021, in oltre centomila euro, sarebbero state riscosse, spiega ancora la Procura, attraverso il pagamento, da parte di beneficiari delle prestazioni, di fatture per operazioni inesistenti emesse da una società di ricerca operante, formalmente amministrata dalla moglie del funzionario, ma di fatto riconducibile al dipendente pubblico, in relazione a fittizie prestazioni per la fornitura di documentazione tecnica e cartografie. Gli elementi raccolti hanno anche consentito agli inquirenti di identificare ulteriori soggetti che avrebbero concorso nell’attività e cui sono stati contestati a vario titolo i reati di corruzione e reati fiscali. Avendo, inoltre, riscontrato l’assenza o l’inefficacia di modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire le condotte corruttive, a sei aziende sono state contestate le ipotesi di illecito amministrativo dipendente da reato.