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Ricostruzione post-sisma, i sindacati: "Regole certe per i lavoratori impegnati"

Written by on 16/10/2017

Ricostruzione post-sisma, i sindacati: "Regole certe per i lavoratori impegnati"

16/10/2017

PERUGIA – Velocizzare le procedure per estendere il Durc (documento unico di regolarità contributiva nei cantieri), già in funzione in Umbria, a tutte le quattro regioni del cratere, “come prevede l’ ordinanza 41 approvata dal commissario unico alla Ricostruzione, Vasco Errani, poco prima di lasciare l’ incarico”. E’  ciò che hanno chiesto i sindacati dell’edilizia dell’ Umbria, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, riuniti lunedì mattina in una conferenza stampa indetta per commentare la notizia delle indagini che coinvolgono alcune imprese impegnate nella ricostruzione post terremoto nella regione. L’indagine della procura di Napoli sulla ricostruzione in Umbria rappresenta un campanello d’allarme da non sottovalutare. Per i sindacati dei lavoratori edili dell’Umbria si deve rilanciare il tema della sicurezza, della legalità e della qualità nella ricostruzione post terremoto. La notizia dell’inchiesta dei giudici napoletani non è stata una sorpresa: “Avevamo già espresso perplessità sui lavori di montaggio delle casette – sostengono Cgil, Cisl e Uil – dove operano aziende come quelle coinvolte nell’inchiesta, che non applicano il contratto edile, ma multiservizi, e dove c’è una forte rotazione di personale. Ancora troppo presto per trarre delle conclusioni dall’inchiesta appena partita, ma è certo che per i sindacati questa indagine debba essere un monito per “chi ancora non ha capito cosa può succedere in quello che può essere considerato il più grande cantiere d’Europa”.
Il Durc I tre sindacati, dunque, tornano a chiedere con forza l’applicazione della normativa che ha garantito legalità e sicurezza nella ricostruzione successiva al terremoto del 1997, che colpì pesantemente Umbria e Marche: ovvero il Durc con congruità. “Si tratta di un modello che funziona – hanno sottolineato i sindacati, assistiti tecnicamente da Andrea Ruffini, responsabile area Durc e congruità della Cassa Edile di Perugia – che ha permesso in Umbria una ricostruzione praticamente senza morti sul lavoro e infortuni gravi, senza significative infiltrazioni della criminalità organizzata e con una spesa finale per lo Stato inferiore alle previsioni. Nonostante sia pronto nel cassetto un decreto che estende il Durc con congruità a tutto il cratere ufficialmente questa soluzione non si è ancora concretizzata. – sostengono i sindacati – Tra la legalità dichiarata e quella praticata resta troppa distanza”. Da qui la richiesta di un incontro urgente al prefetto di Perugia e al commissario alla ricostruzione, che proprio venerdì è stata in Umbria, ma non ha incontrato i sindacati e le associazioni datoriali. All’Anac, invece, chiedono di favorire lo sblocco dell’ordinanza sulla congruità per tutta la zona del cratere, alla Regione di continuare e semplificare il confronto. “Soprattutto oggi il Durc è importante perché in mancanza di lavoro, l’ arrivo di fondi pubblici rischia di favorire corruzione e malaffare”. Il Durc, come spiega il responsabile delle certificazioni di regolarità  della Cassa edile di Perugia, Andrea Rufini, “verifica che in un cantiere edile ci sia solo manodopera regolare denunciata agli enti previdenziali e che imprese e operai abbiano la formazione adeguata”. In Umbria è in vigore da vent’ anni, è stato introdotto dopo il sisma del 1997 e secondo gli addetti non rappresenta un ostacolo burocratico ai lavori: “Le imprese regolari ottengono il certificato in media in 2-3 giorni – dice Rufini – ci sorprende che le ordinanze sulla ricostruzione non abbiano dichiarato la congruità come elemento necessario per evitare la presenza di lavoratori in nero e problemi di concorrenza sleale tra contratti nazionali diversi”.
La ricostruzione Come ricorda Stefano Paloni della Feneal Uil, “nella ricostruzione post terremoto del 1997 non ci furono vittime anche grazie al Durc” ed oggi, secondo Tino Tosti della Filca Cisl, “non si può  più aspettare, per dare la possibilità alle altre regioni di adeguarsi”. La ricostruzione, infatti, alla luce dei dati riportati dal commissario Paola De Micheli, è ancora lontana: “Lei stessa ha precisato che non è ancora finita l’emergenza – spiega Paolucci – in Umbria sono state rimosse il 18% delle macerie, mentre le Sae consegnate sono solo 173 su un totale di 783, il 22%”. Per questo, i sindacati hanno chiesto di poter incontrare il commissario per dare un proprio contributo, alla luce dell’esperienza vissuta nel 1997, ma anche di accelerare le pratiche per sbloccare l’ordinanza 41. “Lo chiediamo all’Anac e alla Regione Umbria, che possa far sentire la propria voce per evitare che si perda il modello Durc, frutto di venti anni di lavoro. Inoltre – conclude Paolucci – vorremmo essere ricevuti dal prefetto: subito dopo il 30 ottobre ci ha contattati, ma il tavolo non è mai stato ancora riunito”.

L’indagine L’inchiesta aperta dalla procura di Napoli per diversi reati, tra i quali associazione per delinquere e sfruttamento del lavoro, ha portato a quattro avvisi di garanzia e svariati sequestri tra Cascia e Preci, per altrettanti imprenditori campani impegnati nella ricostruzione. 


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