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Welfare, per i sindacati in Umbria il futuro si prospetta nero

Written by on 19/04/2023

Welfare, per i sindacati in Umbria il futuro si prospetta nero

FP Cgil Umbria, Fisascat Cisl Umbria e Uil Fpl Umbria preoccupati per l'entrata in vigore del nuovo regolamento. L'allarme, in un presidio all'ingresso della struttura per disabili Il Bucaneve di Perugia

19/04/2023

manifestazione sindacati welfare

Il presidio organizzato dai sindacati all'ingresso della struttura per disabili 'Il Bucaneve' di Perugia

L’entrata in vigore a partire dal 22 aprile del regolamento regionale n° 2 del 2022, che rivede in meglio gli standard di assistenza socio sanitaria per le strutture extraospedaliere territoriali, ma non prevede le necessarie risorse economiche per remunerare gli standard stessi, rischia di rendere nero il futuro del welfare in Umbria. La denuncia, è stata lanciata nella mattina di mercoledì 19 aprile dai sindacati FP Cgil Umbria, Fisascat Cisl Umbria e Uil Fpl Umbria, nel corso di un presidio organizzato all’ingresso della struttura per disabili Il Bucaneve di Perugia, luogo emblematico della tipologia di servizi che rischia di entrare in crisi se non saranno garantite le risorse per far funzionare il sistema.

La preoccupazione dei sindacati

“L’andamento demografico della popolazione umbra -hanno spiegato Michele Agnani (Fp Cgil), Valerio Natili (Fisascat Cisl) e Monica Di Angelo (Uil Fpl)-  le conseguenze del post Covid e le dinamiche socio economiche incidono pesantemente sui bisogni sociali dei cittadini umbri, le prospettive prossime future ci disegnano un quadro in cui il bisogno di assistenza sarà ancora maggiore”.

Infatti, con una popolazione di 859.572 residenti, di cui 228.082 sono over 65, e un indice di vecchiaia che è arrivato al 223,1, la società umbra (con una età media di 47,7 anni) ha tutti i presupposti per determinare un aumento dei bisogni. In tale scenario, la Regione Umbria, secondo i sindacati, si sta muovendo con iniziative a spot, senza una visione di insieme che sia in grado di affrontare le criticità attuali e quelle prossime future. 

“L’assenza di un confronto con le parti sociali -hanno detto i rappresentanti sindacali- ci impone di lanciare un grido di allarme a tutela degli utenti, ma anche e soprattutto, visto il nostro ruolo, del personale che quotidianamente garantisce gli attuali servizi”.

Sono circa novemila, infatti, gli addetti che operano nel settore, la maggior parte dei quali soci lavoratori delle tante cooperative sociali attive in Umbria, lavoratori e lavoratrici periodicamente sottoposti a cambi di appalto che rimettono sempre in discussione le professionalità acquisite ed i livelli salariali. 

Gare di appalto, in cui si sperimentano sempre nuove formule per nascondere l’assegnazione del servizio a chi offre il massimo ribasso, in cui, a parità di risorse economiche messe a disposizione dal sistema pubblico, il bisogno di servizi è aumentato, e alla fine il servizio è pagato da chi nel servizio ci lavora.

Welfare senza risorse adeguate

Qui si innesta il nuovo regolamento, senza risorse adeguate.

“Assistiamo ancora una volta -spiegano i sindacati- ad interventi non concertati con le parti sociali la cui entrata in vigore rischia di mettere in crisi tutto il sistema regionale, sia per quanto concerne l’accreditamento di chi eroga i servizi, sia per quanto riguarda le professionalità coinvolte nei servizi stessi”.

Fp Cgil Umbria, Fisascat Cisl Umbria e Uil FPL, dopo aver più volte richiesto una convocazione all’assessore regionale alla Salute e politiche sociali, rivendicano l’apertura di un confronto per affrontare le criticità del settore e delineare un modello di welfare per affrontare le criticità del momento e quelle prossime venture.


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