Sono diversi gli episodi di violenza denunciati nell’ultimo mese dal Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, all’interno delle carceri umbre. Dopo le vicende nell’istituto penitenziario di Terni, nei giorni di Pasqua, un altro episodio si è verificato nel carcere di Spoleto. A ricostruire quanto accaduto è Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe. “Questa volta è il personale in servizio a Spoleto ad aver vissuto giornate da incubo – si legge nella nota del sindacalista -. Un detenuto, noto alle cronache per le sue intemperanze al regime carcerario, varie le aggressioni nel corso degli anni al personale e ad altri reclusi, nel giorno del Venerdì Santo si è reso responsabile di aggressione al personale di polizia ma, non contento, nelle giornate di Pasqua (notte tra l’8 e il 9) ha ingerito delle lamette e, a seguito di tale gesto, è stato prima trasportato all’ospedale di Spoleto e poi a quello di Terni. Qui – continua la ricostruzione del Sappe -, ha distrutto il reparto detentivo dove era stato ricoverato e ha cercato di abbattere il cancello di sbarramento usando come ariete la porta del bagno. Ha gettato urine verso la porta e sputato in faccia al preposto alla scorta. I colleghi in servizio hanno dovuto richiedere l’intervento della polizia”. Un clima “da far west” che il Sappe denuncia da mesi:  “Questi sono solamente gli ultimi di tante aggressioni e vessazioni e torture che questo detenuto ha fatto nei confronti del personale di Spoleto – continua Bonino -. La cosa grave è anche che da tempo è stato chiesto l’allontanamento al al Provveditorato regionale all’amministrazione penitenziaria di Firenze e al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di Roma, che si rimbalzano la palla a vicenda ma nulla è cambiato, lui è sempre lì a creare caos e disordine”.

Vicinanza e solidarietà ai poliziotti di Spoleto

Donato Capece, segretario generale del SAPPE esprime vicinanza e solidarietà ai poliziotti di Spoleto ed evidenzia come sia “del tutto evidente che anche questi gravi fatti, accaduti in carcere a Spoleto prima ed in ospedale a Terni poi, è un chiaro sintomo del malessere che si vive nelle carceri umbre e per questo torniamo a chiedere pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le criticità di penitenziari regionali che evidentemente non sono più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, spesso mandati qui dalla Toscana, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno della Regione. E queste sono anche le gravi conseguenze della chiusura del Provveditorato regionale di Perugia, per una decisione politica tanto assurda quanto dannosa”. Capece spiega come “ora l’Umbria dipende dalla Toscana e, come la segreteria nazionale umbra del Sappe ha denunciato in più occasioni, l’ufficio regionale di Firenze si sbarazza dei detenuti più pericolosi e problematici mandandoli nella nostra regione. Non a caso, buona parte dei gravi eventi critici violenti che accadono vedono protagonisti proprio detenuti assegnati da Firenze. Insomma, l’Umbria e le sue carceri sono diventate la discarica sociale della Toscana”. Una situazione “inaccettabile”, denuncia il sindacato che parla di “assenza di provvedimenti  contro chi si rende responsabile di queste violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno” conclude Capece che esorta: “È importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale. È necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie”.